Per molti dei cultori del rock, gli anni Settanta sono una sorta di Eldorado. Considerazione più che legittima, visto il numero di album preziosi usciti in quella decade che ha visto, fatto unico nella storia della musica leggera, la nascita di tanti generi differenti, e il confermarsi di quelli nati negli anni Sessanta. Pensateci: un periodo in cui si poteva passare dal rock classico dei Led Zeppelin al punk americano e inglese, passando per il reggae, il progressive, il southern.
Per i cultori del rock, quindi, oggi è un giorno in cui si piange. Parecchio pure. Perché è fresca la notizia della scomparsa di un eroe di quel decennio, e altrettanto fresca la notizia dell’addio al live, definitivo, di David Bowie, artista che forse più di ogni altro è riuscito ad attraversare quei due lustri spaziando tra generi e lasciando segni indelebili.
Andiamo con ordine, quindi. È morto ieri a Daly City, in California, al Seton Medical Center presso il quale era ricoverato per una grave setticemia che si è dimostrata letale Steve Mackay, sassofonista degli Stooges. Questo lutto, dato al grande pubblico direttamente da Iggy Pop, che della band era il frontman e rimane ultimo supertiste, dopo le scomparse di Dave Alexander, avvenuta quarant’anni fa, di Ron Asheton nel 2009, e del fratello di Scott, l’anno scorso, segna letteralmente la fine di un’epoca, quella in cui il rock si faceva sempre più selvaggio, come attesta perfettamente Fun House, album che apriva il decennio, fino all’esplosione del punk, datata illegittimamente 1977. Steve Mackay ha collaborato a lungo con Iggy Pop, partecipando anche alle varie reunion degli Stooges, alternando questa attività a quella di turnista, tra gli altri con i Violent Femmes. Con Iggy Pop ha avuto una fondamentale collaborazione David Bowie, che già nei Sessanta si era messo in grande evidenza. A lui, infatti, si deve la produzione di The Idiot e Lust for life, nel periodo della notissima trilogia berlinese.
È sempre di ieri la notizia, data al mondo da John Giddings, promoter del Duca Bianco, che David Bowie non tornerà più a esibirsi dal vivo. Lo dice in maniera perentoria, indicando quindi in quello del 2004 quello che sarà, per la storia del rock, l’ultimo tour del nostro. Dopo poco o niente, qualche ospitata degli Arcade Fire, di David Gilmour dei Pink Floyd e, ultima volta su un palco, a New York, all’interno di un concerto di Alicia Keys, nel 2006. Si chiude quindi definitivamente un’epoca. Quella del rock. Quella dei vinili. Ce la ricorderanno, a breve, le puntate di Vinyl, la serie tv prodotta da Mick Jagger e Martin Scorsese. Meglio di niente…