Nei primi otto mesi del 2015 i contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 319.102 unità rispetto allo stesso periodo del 2014. Escludendo le trasformazioni di precedenti contratti a termine e di apprendistato, i nuovi rapporti di lavori stabili scendono invece a 91.663. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps. Secondo l’istituto di previdenza, che da giugno prende in considerazione solo i dati sui dipendenti del settore privato e degli enti pubblici economici, i nuovi rapporti di lavoro avviati tra gennaio e agosto beneficiando degli sgravi contributivi previsti dalla legge di Stabilità sono stati 790.685. Di questi, 179.702 sono le stabilizzazioni di precedenti rapporti a termine e 610.983 le assunzioni a tempo indeterminato. Le assunzioni con la fruizione dell’esonero contributivo risultano concentrate nel sud Italia, dove ne hanno usufruito 160.112 contratti.

Tra gennaio e agosto le assunzioni a tempo indeterminato sono state 1.164.866, 299.375 in più sullo stesso periodo del 2014 (+34,6%), mentre le cessazioni di contratti stabili sono state 1.073.203, in aumento del 2,2 per cento. La differenza tra attivazioni e cessazioni è dunque di 91.663 unità. A questo saldo vanno aggiunte le trasformazioni a tempo indeterminato: 276.658 quelle da contratti a termine, 55.134 quelle da contratto di apprendistato. In tutto dunque i contratti stabili in più sono 425.455 unità. La differenza rispetto al saldo positivo del 2014, pari a 104.353, ammonta a 319.102 unità. La quota di assunzioni con rapporti stabili sul totale dei rapporti di lavoro attivati o trasformati è passata dal 32,3% dei primi otto mesi del 2014 al 38,1% dello stesso periodo del 2015. Guardando al numero di nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati per età, evidenzia l’Inps, si nota un incremento al di sopra della media nelle fasce d’età fino a 24 anni (+45,6% di contratti di lavoro stabili attivati rispetto allo stesso periodo del 2014) e fra i 25 e i 29 anni (+44%).

Nei primi otto mesi del 2015 la variazione netta tra i nuovi rapporti di lavoro e le cessazioni, pari rispettivamente a 3.598.708 e 2.997.850, è di 600.858, pari a un saldo positivo quasi raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando era stato di 330.387 unità.

I dati vanno comunque letti con cautela: lo stesso istituto di previdenza avverte che “dal report di giugno 2015 i dati non sono comparabili con quelli pubblicati nei report dei mesi precedenti” in quanto “il campo di osservazione è cambiato”.

 

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