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Lorenzo Fragola, musica da teen star senza futuro

La recensione del concerto a Milano - "La scaletta procede, e ti chiedi quanto manchi alla fine di questa agonia, con ragazzine festanti tra chiacchiere e selfie. E' vero che uno dovrebbe essere bonario nei confronti di chi è al primo tour, ma lui ha messo sul piatto una piccola macchina da guerra"

di Michele Monina

Solo gli stupidi non cambiano idea. Andare a un concerto carico di seppur legittimi pregiudizi e rimanere sorpresi è una bella sensazione, sempre più rara, ti dici. Arrivare in un locale come l’Alcatraz, pieno di ragazzine e bambine, tu unico esemplare di maschio adulto eterosessuale nell’arco di due chilometri in linea d’aria e capire che oltre la popstar fuoriuscita dalla televisione, il timido figlio dei talent, c’è un artista tridimensionale, qualcuno capace di veicolare emozioni anche a chi ha smesso da tempo di usare Topexan e si appresta a passare a breve a Prostamol, è per te una boccata di ossigeno in un momento storico come questo, in cui hai la sensazione che la musica sia veramente finita. Pensare di trovarti di fronte una brutta, bruttissima copia di Ed Sheeran, e trovare invece qualcuno che ha buone chance di passare la nottata, arrivare a un secondo album e magari gettare le basi per un futuro duraturo, che vada oltre la prossima Partita del Cuore è la dimostrazione che, nonostante gli anni passati a scrivere di musica, la barba che ti si è tinta quasi tutta di bianco, la noia che a volte ti coglie di fronte all’ennesimo potenziale teen idol usa e getta, esiste ancora un po’ di benzina per tirare avanti, per continuare a crederci, per sentirti contemporaneo e non nostalgico. Dio, che brutta parola Nostalgia.

Solo gli stupidi non cambiano idea, ti ripeti, ma Santo Dio, non è certo il concerto di Fragola che potrà farti cambiare idea. Se 1995, l’album di esordio del vincitore dell’ultima edizione di X-Factor, presentato dopo la tempestiva partecipazione a Sanremo ti era parso poca cosa, canzoni messe lì per fare massa, senza un progetto artistico, il concerto non fa che confermarti l’impressione, una teen star che lascia intravedere un barlume di talento, sempre nascosto da mosse da poseur e letterine spedite sul palco.
A questo punto dovresti dire una frase che spiazza, non dico capace di ribaltare la situazione, ma quantomeno consolatoria, qualcosa tipo, “la voce c’è”, che risponderebbe a realtà. Ma poi pensi a Bob Dylan, a Lou Reed, che per altro ti ha evocato proprio per questo suo improbabile look, a Rock’n’roll animal, e ti immalinconisci, cominci a perdere entusiasmo.

“Il concerto di Fragola non fa che confermarti l’impressione: una teen star che lascia intravedere un barlume di talento, sempre nascosto da mosse da poseur e letterine spedite sul palco”

Ecco, proprio il pensiero rivolto a Lou Reed si insinua in te, e cominci a dire che non è mica vero che la musica è musica, che qualsiasi canzone può dire qualcosa a qualcuno, in un determinato momento. O meglio, qualcosa dicono queste canzoni, e non è qualcosa di bello, qualcosa che vorresti sentire. Ascolti una folla di ragazzine festanti cantare ripetutamente in coro #fuoriceilsole e hai voglia di morire.

Poi pensi che morire a un concerto di Fragola no, è troppo, al limite sarebbe meglio reincarnarsi in un fan de Il Volo, andare a un concerto de Il Volo, col rischio di trovartelo lì, Fragola, come ospite, anche se in versione mora, e sopravvivi. Ma il resto del concerto è tutta questa cosa qui, canzoni che nulla hanno di originale, che occhieggiano a roba già sentita, vorrei ma non posso, che ti leva forza vitale e tempo, e lo sta levando a queste ragazzine, che potrebbero ascoltare altro, potrebbero fare altro. Einvece stanno qui e sembrano divertirsi tanto, cantano parola per parola, e gridano e si fanno i selfie, ridono delle chiacchiere di Fragola tra una canzone e l’altra, tante chiacchiere, perché le canzoni in scaletta sono poche, e tocca tirare notte.

E a proposito di selfie, constati che prima hanno acclamato Madh, il primo vip arrivato nell’apposita area dell’Alcatraz, isolata e sopraelevata. Lo hanno acclamato manco fosse Madonna. Poi hanno acclamato la Youtuber Sofia Viscardi, manco fosse la Madonna. Youtube batte X-Factor cento a uno. A seguire altri vip presenti, da Ron a Chiara Galiazzo passando per Lodovica Comello, altrettanto acclamata della Viscardi, e pensi che sì, tra Violetta e Fragola c’è poca differenza, forse nessuna. Stesso pubblico, stessa musica. Un tassello nella crescita di questa generazione di adolescenti, dopo Emis Killa e prima di Marco Mengoni. Musica senza futuro per il futuro della nostra società. E anche qui, ti immalinconisci, mentre sotto passano le canzoni, che fatichi a riconoscere, prive di nerbo, di sostanza, nonostante la band che lo accompagna, di seri professionisti come Osvaldo Di Dio o Phil Mer. Ti immalinconisci anche per loro, perché la vita sa essere matrigna.

“A proposito di selfie, constati che hanno acclamato Madh, il primo vip arrivato nell’apposita area dell’Alcatraz, isolata e sopraelevata. Lo hanno acclamato manco fosse Madonna”

E cerchi di distrarti, ma la musica è sì insignificante, ma anche sufficientemente brutta da tenerti lì, e realizzi che domani, che poi sarebbe oggi, tutte queste ragazzine felici, belle nel loro essere giovani, ti odieranno per queste tue parole. Verranno a cercarti su Facebook o Twitter e ti insulteranno, si saranno dimenticate i motivetti sciocchi e orecchiabili e diventeranno portatrici di odio, alla faccia di #fuoriceilsole.

La scaletta procede, e ti chiedi quanto manchi alla fine di questa agonia. Perché è vero, come ripete Fragola, che questo è il suo primo tour, e che uno dovrebbe essere bonario nei confronti di chi è al primo tour, è anche vero che Fragola ha messo sul piatto una piccola macchina da guerra. Quindi la bonarietà solitamente dedicata agli emergenti è malriposta. Anzi, sarebbe un non prendere sul serio chi sul serio intende agire. Il problema non è la mancanza di esperienza dell’artista, che anzi dimostra di aver già capito bene come tenere il proprio pubblico, quanto quello che propone, le sue canzoni.

La scaletta procede e dopo una supercazzola degna del Mascetti, ecco che Fragola decide che non c’è niente di male a fare una cover di E penso a te di Lucio Battisti. Lo fa così, come se tutto fosse possibile. Come può, pensi, uno con le sopracciglia fatte dall’estetista manco fosse un cantante cantare E penso a te di Battisti, e poi tornare a fare le sue canzoni, come niente fosse, senza chiedere scusa, senza chiederti scusa. E in fondo speri, dici all’unico altro eterosessuale maschio adulto presente in sala – un tuo collega che tenta di annegare uno spleen tardoadolescenziale in una birra annacquata: “Domani la vedova Battisti lo querelerà e giustizia sarà fatta”. Del resto il concerto era iniziato con una versione a cappella di Che cosa sono le nuvole, brano di Modugno scritto con Pasolini presentato a X-Factor. Una cosa che voleva essere intensa ma che Fragola ha interrotto di colpo, urlando “Milano!”. Cosa potevi mai sperare.

“Il concerto era iniziato con una versione a capella di ‘Che cosa sono le nuvole’ di Modugno-Pasolini presentato a X-Factor. Una cosa che voleva essere intensa ma che Fragola ha interrotto di colpo, urlando “Milano!”. Cosa potevi mai sperare

Infatti lui, impietoso, continua, e pensi che il primo che ti dirà “eh, ma in fondo anche Jovanotti ha iniziato con Gimme five” lo prenderai a testate in faccia, perché invece Valerio Scanu, che sicuramente ha precorso la stessa strada di Fragola, ha proseguito a sembrarti sempre uguale, un uguale che non ti piace. Pensi che più che Jovanotti, al limite, potrebbe evocare Eros Ramazzotti, avesse anche solo un minimo del suo talento, che non ha. Anche lui è sempre rimasto lì, al suo posto, ma il suo posto, seppur lontano mille miglia dal tuo gusto, è sicuramente superiore a tutto il repertorio di Fragola. Prova ne è un brano eseguito dal cantautore siciliano per allungare il brodo, la cover di Take me to church di Hozier. Una cover anche ben eseguita, seppur distante anni luce dall’originale per interpretazione e intensità. Una cover che dimostra come il repertorio di Fragola sia davvero poca cosa di fronte a veri brani, a vere hit, a musica degna di rispondere a questo nome. E da questo momento tutto diventa impossibile da affrontare, per te, continui a ripeterti che se anche mai il ragazzo si dovesse fare, per ora non ha fatto nulla di prescindibile, nulla capace di lasciare un segno. Arrivano gli altri bis, ma stai già pensando di tornare a casa, speranzoso che il tuo subconscio, amorevole, domattina cancelli tutto.

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