Per il tribunale amministrativo regionale il piano Silletti bis rappresenta per i coltivatori del Brindisino un "danno grave e irreparabile perché irreversibile". In mattinata in 200 hanno manifestato davanti al consiglio regionale
Proteste e sentenze. E nuovi (pochi) soldi in arrivo dall’Europa. Mentre è arrivato il primo stop all’abbattimento degli ulivi previsto dal piano Silletti, la questione Xylella è indirettamente entrata nel consiglio regionale grazie alla protesta degli agricoltori arrivati dal Salento. Che, una volta giunti nel capoluogo, hanno appreso della decisione del Tar del Lazio che, con decreto presidenziale, ha disposto lo stop del piano Silletti bis. Tradotto: stop all’abbattimento delle piante. Il provvedimento, ovviamente, ha valore solo per i terreni di quanti hanno avviato l’azione giudiziaria. A darne notizia è stato Mariano Alterio, legale dei 21 agricoltori di Torchiarolo che hanno impugnato le notifiche. Il decreto – a quanto viene riferito – è fondato sulla necessità di mantenere intatte le condizioni esistenti prima di poter valutare nel merito le osservazioni dei ricorrenti. La camera di consiglio per la discussione dell’istanza di sospensiva è stata fissata per il 4 novembre prossimo.
“Danno grave e irreparabile perché irreversibile”
Nell’accogliere la richiesta, il presidente della I sezione del Tar del Lazio, Giulia Ferrari, ha considerato che “dall’ordine di estirpazione delle piante di olivo, impartito con i provvedimenti impugnati – si legge nel decreto monocratico – deriva ai ricorrenti un danno grave e irreparabile, perché irreversibile”. Non solo. Il giudice ha considerato anche “che tale ordine deve essere eseguito entro dieci giorni decorrenti dalla notifica dei provvedimenti stessi, termine che viene a concludersi in data antecedente alla prima data utile per la fissazione della camera di consiglio per la trattazione collegiale della istanza cautelare”. Da ciò, l’accoglimento dell’istanza di misure cautelari provvisorie proposta dai ricorrenti, “sospendendo estirpazione delle piante di olivo disposta con i provvedimenti impugnati, fino alla data di discussione in sede collegiale della domanda cautelare che si fissa, sin da ora, alla camera di consiglio del 4 novembre 2015″.
Protesta di 200 agricoltori davanti al Consiglio regionale della Puglia
Questo per quanto riguarda gli sviluppi giudiziari. La cronaca, invece, ha fatto registrare la protesta di circa 200 persone, tra le quali molti coltivatori e agricoltori provenienti dalle province di Lecce e Brindisi, che hanno occupato l’extramurale Capruzzi a Bari, davanti alla sede del Consiglio regionale della Puglia, bloccando il traffico per circa tre quarti d’ora. La manifestazione è stata organizzata per dire no al piano Silletti, che dispone il taglio degli alberi di ulivo infettati dalla malattia (ma nella provincia di Brindisi anche di quelli sani che si trovano in un raggio di 100 metri da quelli malati). La decisione è stata presa dopo che una delegazione di 10 manifestanti è scesa dagli uffici regionali dove aveva incontrato il governatore pugliese Michele Emiliano, senza ottenere le risposte che si aspettava. Il governatore, in precedenza, si era fermato a parlare con gli agricoltori, che lo hanno anche contestato vivacemente, rimproverandogli alcune promesse fatte durante la campagna elettorale. Sostanzialmente il presidente ha ribadito di avere le mani legate dalle regole dell’Europa e di aver finanziato alcune ricerche che puntano a una cura per la malattia dell’ulivo. Al momento sembrerebbe questa l’unica alternativa ai tagli. “Giù le mani dai nostri ulivi” è stato lo slogan gridato dai manifestanti. L’occupazione della strada è stata pacifica e dopo un’ora è rientrata. Nel frattempo, la Commissione europea ha adottato il nuovo programma di lavoro 2016-2017 di Horizon 2020, piano che finanzia ricerca e innovazione nelle imprese, su cui investirà circa 16 miliardi di euro. Tra le iniziative sostenute nei prossimi due anni c’è anche la ricerca in materia di sicurezza delle frontiere esterne dell’Ue, per migliorare le procedure di identificazione, e quelle per far fronte ai focolai di Xylella fastidiosa: in questa battaglia verranno investiti solo 5 milioni di euro.