Per chi l'anno prossimo matura i requisiti previsti dalla Fornero i tecnici del ministero del Lavoro propongono di inserire nella legge di Stabilità la possibilità di lavorare con orario ridotto. L'azienda metterà in busta paga la somma che dovrebbe pagare all'Inps, mentre lo Stato verserà i contributi figurativi
Dopo la marcia indietro di Matteo Renzi sulla flessibilità dell’età di uscita dal lavoro e la levata di scudi dei sindacati, il governo ora intende inserire nella legge di Stabilità una misura che consenta agli over 63 di passare al part-time. In particolare, secondo l’AdnKronos, i lavoratori che dal 2016 a fine 2018 maturano i requisiti per la pensione in base alla legge Fornero potranno sulla base di accordi individuali con l’azienda optare per una riduzione dell’orario dal 40 al 60%. Il datore di lavoro metterà in busta paga i contributi netti che avrebbe versato all’Inps, ma al dipendente saranno riconosciuti i contributi figurativi, per cui quando uscirà del tutto dal mondo del lavoro non vedrà intaccato l’assegno. La platea dei possibili beneficiari comprende tutti coloro che l’anno prossimo raggiungeranno i 63 anni e 7 mesi, che è l’età prevista dalla Fornero per la pensione anticipata a patto che si siano raggiunti i 20 anni di contribuzione.
La misura proposta dai tecnici del ministero del Lavoro, stando alle indiscrezioni (la manovra sarà varata giovedì dal Consiglio dei ministri), non è condizionata a nuove assunzioni ed è stata pensata per permettere alle imprese di svecchiare gradualmente la forza lavoro. Il costo per lo Stato, che dovrà versare i contributi figurativi, ammonta secondo fonti del governo a 100 milioni di euro.
Prevista poi anche una misura di solidarietà espansiva, tramite accordi collettivi. In questo caso lo ‘scivolo’ per i lavoratori a due anni dalla pensione che vogliono optare per il part-time (almeno al 50%) sarà concesso solo se l’azienda si impegna ad assumere altre persone con sgravi ad hoc.