L’Italia batte cassa a Bruxelles. “L’indebitamento netto potrà aumentare – si legge nella nota di aggiornamento al Def – fino ad un importo massimo di 17,9 miliardi nel 2016 (che include, ove riconosciuti in sede europea, i margini di flessibilità correlati all’emergenza immigrazione fino a un importo di 3,3 miliardi)”. In pratica nel Documento di Economia e Finanza il governo chiede all’Ue di sforare i vincoli per far fronte alla gestione dei flussi migratori. Ma come verranno impiegati questi fondi, se la Commissione Ue darà il suo ok, che a poche ore dal varo della manovra sembra tutt’altro che scontato. La domanda è lecita, visto che il ministero dell’Interno per la cosiddetta “emergenza” spende nel 2015 un solo miliardo, ed è il dicastero che investe di più. Le amministrazioni coinvolte sono Viminale, Politiche sociali, Infrastrutture e Difesa. IlFattoQuotidiano.it ha chiesto a ciascuno di loro di dettagliare le loro spese in materia: sommando le voci, per il 2015 si prevede un importo complessivo di 1.135.612.181 euro. E gli altri 2,2 miliardi? “La Nota è l’unico documento ufficiale e ripete più volte che si allocherà lo 0,2% (pari a 3,3 miliardi di euro, ndr) del Pil. Non esistono dati scorporati”, spiegano dal ministero dell’Economia.
Viminale, Morcone: “Nel 2015 spendiamo un miliardo”
Il ministero dell’Interno è il cuore del sistema di gestione dei migranti. Batte lì l’accoglienza sia per gli adulti che – dal gennaio del 2015 – per i Minori stranieri non accompagnati. “La spesa prevista per il 2015 è di un miliardo di euro“, spiega a IlFattoQuotidiano.it il prefetto Mario Morcone, responsabile del Dipartimento Immigrazione e Libertà civili. Il Fatto ha chiesto all’ufficio stampa di dettagliare la previsione di spesa di Morcone, senza mai ottenere risposta. La cifra fornita dal prefetto include tutto, “compresi i rimpatri (l’ultimo dato ufficiale del ministero è del 2013: 21 milioni di euro)”, spiega ancora Morcone. Per questo capitolo preciso una parte ce la mette Bruxelles, con il Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami). Nessun costo in più per gli hotspot, le strutture introdotte con l’Agenda immigrazione di Juncker: “Si pensa che siano luoghi fisici, ma si tratta solo di nuove modalità organizzative. Al massimo aumenteranno i costi per le forze di polizia”, continua Morcone. All’interno del miliardo, ci sono anche 187,5 milioni che saranno spesi annualmente, finalizzati “all’ampliamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”, si legge sul sito. Dal marzo 2014 il governo ha costituito anche un Fondo nazionale minori stranieri non accompagnati. Per lo scorso anno erano stati stanziati 30 milioni, 20 per l’anno corrente, come recita la Legge di Stabilità 2015. Il ministero ha poi aggiunto altri 12,5 milioni di euro straordinari.
Gli spiccioli per l’integrazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
Prima del Viminale, il ministero a cui era in capo la complicatissima gestione dei minori soli era quello del Lavoro e delle Politiche sociali. Il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, triennale, in media contava 38,3 milioni l’anno. Triennali sono anche i fondi per le politiche d’integrazione: a bilancio compaiono 16,9 milioni, di cui l’Italia ha fin qui impegnato 5,6 milioni di euro. Meno di quanto la sola Regione Lombardia ha impegnato per la Dote giovani: non granché. Per altro, quasi il 20% del totale è stato coperto attraverso il Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi (programmazione 2007 -2013). Il meccanismo dei Fondi europei prevede che l’Italia anticipi e Bruxelles rimborsi per la quota parte coperta.
Eunavfor Med e le altre le missioni: soldati pagati dal Fondo per le politiche di asilo
Il 30 luglio la Camera ha approvato la partecipazione italiana alla nuova missione della marina militare europea nel Mediterraneo: nome in codice Eunavfor Med., ha l’obiettivo di contrastare il traffico di essere umani sui barconi che partono dalla Libia e attraversano il Mediterraneo. I suoi costi si leggono nel Decreto missioni semestrale: il Mef ha approvato 26 milioni di spesa (7 li rimborsa l’Onu). Il fondo, sempre da decreto, servirà “per la partecipazione di 1.020 unità di personale militare e per l’impiego di mezzi navali e mezzi aeromobili”. Scorrendo le voci di spesa, si scopre che i compensi del personale militare nel 2015 saranno coperti con parte del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo: circa 14 milioni. Altre missioni collaterali dirette alla Libia potrebbero rientrare, allargando le maglie, nel conteggio dei costi dell’immigrazione. Eubam Libya, missione per “l’assistenza, supporto e formazione delle forze armate libiche”, tra gennaio e settembre è costata 1,34 milioni. In nove mesi l’addestramento del Corpo della guardia di finanza in Libia per “attività addestrativa del personale della Guardia costiera libica “in esecuzione degli accordi di cooperazione tra il governo italiano e il governo libico per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani” è costato altri 4,36 milioni.
Guardia Costiera: i costi dei salvataggi annunciati in una commissione parlamentare
Al Ministero delle Infrastrutture il delicato compito di gestione della capitaneria di porto e della Guardia Costiere, tra le forze più attive nel salvataggio delle vite umane. Il costo? Sotto i 60 milioni l’anno, secondo quanto dichiarato dal Primo Maresciallo Antonio Ciavarelli il 5 agosto, in audizione al Comitato Schengen. L’unico dato disponibile in merito, mai smentito.
Paga l’Europa: quanto ci mette Bruxelles
Bruxelles finanzia sia con fondi strutturali che con fondi emergenziali la gestione dei flussi migratori diretti all’Italia. I fondi strutturali sono il Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) e il Fondo per la sicurezza interna (Isf), entrambi settennali. Il primo vale oltre 310 milioni, il secondo oltre 222. Per il 2015 entrambi sono stati potenziati con un tesoretto, il Fondo di emergenza: 13,6 milioni per il Fami e altri 5,4 per il Fsi. “A questo si aggiunge anche un fondo da suddividere tra tutti i Paesi europei da 100 milioni”, spiega a IlFattoQuotidiano.it Solon Ardittis, direttore di Eurasylum Ltd, società di consulenza delle istituzioni europee in materia di asilo politico. Altri 12 milioni circa sono arrivati a febbraio per il Fondo emergenza per minori stranieri non accompagnati.
Politica
Migranti, nel Def il governo chiede all’Ue flessibilità per 3,3 miliardi. Ma l’Italia ne spende solo 1,1: lo dicono i ministeri
Nel Documento di Economia e Finanza il governo chiede a Bruxelles di sforare i vincoli per far fronte alla gestione dei flussi migratori. Ma nel 2015 il ministero dell'Interno spende un solo miliardo, ed è il dicastero che investe di più. Sommando le spese previste dalle amministrazioni coinvolte - Viminale, Politiche sociali, Infrastrutture e Difesa - si arriva a un totale di 1.135.612.181 euro. A cosa servono i 2,2 miliardi in più?
L’Italia batte cassa a Bruxelles. “L’indebitamento netto potrà aumentare – si legge nella nota di aggiornamento al Def – fino ad un importo massimo di 17,9 miliardi nel 2016 (che include, ove riconosciuti in sede europea, i margini di flessibilità correlati all’emergenza immigrazione fino a un importo di 3,3 miliardi)”. In pratica nel Documento di Economia e Finanza il governo chiede all’Ue di sforare i vincoli per far fronte alla gestione dei flussi migratori. Ma come verranno impiegati questi fondi, se la Commissione Ue darà il suo ok, che a poche ore dal varo della manovra sembra tutt’altro che scontato. La domanda è lecita, visto che il ministero dell’Interno per la cosiddetta “emergenza” spende nel 2015 un solo miliardo, ed è il dicastero che investe di più. Le amministrazioni coinvolte sono Viminale, Politiche sociali, Infrastrutture e Difesa. IlFattoQuotidiano.it ha chiesto a ciascuno di loro di dettagliare le loro spese in materia: sommando le voci, per il 2015 si prevede un importo complessivo di 1.135.612.181 euro. E gli altri 2,2 miliardi? “La Nota è l’unico documento ufficiale e ripete più volte che si allocherà lo 0,2% (pari a 3,3 miliardi di euro, ndr) del Pil. Non esistono dati scorporati”, spiegano dal ministero dell’Economia.
Viminale, Morcone: “Nel 2015 spendiamo un miliardo”
Il ministero dell’Interno è il cuore del sistema di gestione dei migranti. Batte lì l’accoglienza sia per gli adulti che – dal gennaio del 2015 – per i Minori stranieri non accompagnati. “La spesa prevista per il 2015 è di un miliardo di euro“, spiega a IlFattoQuotidiano.it il prefetto Mario Morcone, responsabile del Dipartimento Immigrazione e Libertà civili. Il Fatto ha chiesto all’ufficio stampa di dettagliare la previsione di spesa di Morcone, senza mai ottenere risposta. La cifra fornita dal prefetto include tutto, “compresi i rimpatri (l’ultimo dato ufficiale del ministero è del 2013: 21 milioni di euro)”, spiega ancora Morcone. Per questo capitolo preciso una parte ce la mette Bruxelles, con il Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami). Nessun costo in più per gli hotspot, le strutture introdotte con l’Agenda immigrazione di Juncker: “Si pensa che siano luoghi fisici, ma si tratta solo di nuove modalità organizzative. Al massimo aumenteranno i costi per le forze di polizia”, continua Morcone. All’interno del miliardo, ci sono anche 187,5 milioni che saranno spesi annualmente, finalizzati “all’ampliamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati”, si legge sul sito. Dal marzo 2014 il governo ha costituito anche un Fondo nazionale minori stranieri non accompagnati. Per lo scorso anno erano stati stanziati 30 milioni, 20 per l’anno corrente, come recita la Legge di Stabilità 2015. Il ministero ha poi aggiunto altri 12,5 milioni di euro straordinari.
Gli spiccioli per l’integrazione al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
Prima del Viminale, il ministero a cui era in capo la complicatissima gestione dei minori soli era quello del Lavoro e delle Politiche sociali. Il Fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, triennale, in media contava 38,3 milioni l’anno. Triennali sono anche i fondi per le politiche d’integrazione: a bilancio compaiono 16,9 milioni, di cui l’Italia ha fin qui impegnato 5,6 milioni di euro. Meno di quanto la sola Regione Lombardia ha impegnato per la Dote giovani: non granché. Per altro, quasi il 20% del totale è stato coperto attraverso il Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi (programmazione 2007 -2013). Il meccanismo dei Fondi europei prevede che l’Italia anticipi e Bruxelles rimborsi per la quota parte coperta.
Eunavfor Med e le altre le missioni: soldati pagati dal Fondo per le politiche di asilo
Il 30 luglio la Camera ha approvato la partecipazione italiana alla nuova missione della marina militare europea nel Mediterraneo: nome in codice Eunavfor Med., ha l’obiettivo di contrastare il traffico di essere umani sui barconi che partono dalla Libia e attraversano il Mediterraneo. I suoi costi si leggono nel Decreto missioni semestrale: il Mef ha approvato 26 milioni di spesa (7 li rimborsa l’Onu). Il fondo, sempre da decreto, servirà “per la partecipazione di 1.020 unità di personale militare e per l’impiego di mezzi navali e mezzi aeromobili”. Scorrendo le voci di spesa, si scopre che i compensi del personale militare nel 2015 saranno coperti con parte del Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo: circa 14 milioni. Altre missioni collaterali dirette alla Libia potrebbero rientrare, allargando le maglie, nel conteggio dei costi dell’immigrazione. Eubam Libya, missione per “l’assistenza, supporto e formazione delle forze armate libiche”, tra gennaio e settembre è costata 1,34 milioni. In nove mesi l’addestramento del Corpo della guardia di finanza in Libia per “attività addestrativa del personale della Guardia costiera libica “in esecuzione degli accordi di cooperazione tra il governo italiano e il governo libico per fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani” è costato altri 4,36 milioni.
Guardia Costiera: i costi dei salvataggi annunciati in una commissione parlamentare
Al Ministero delle Infrastrutture il delicato compito di gestione della capitaneria di porto e della Guardia Costiere, tra le forze più attive nel salvataggio delle vite umane. Il costo? Sotto i 60 milioni l’anno, secondo quanto dichiarato dal Primo Maresciallo Antonio Ciavarelli il 5 agosto, in audizione al Comitato Schengen. L’unico dato disponibile in merito, mai smentito.
Paga l’Europa: quanto ci mette Bruxelles
Bruxelles finanzia sia con fondi strutturali che con fondi emergenziali la gestione dei flussi migratori diretti all’Italia. I fondi strutturali sono il Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) e il Fondo per la sicurezza interna (Isf), entrambi settennali. Il primo vale oltre 310 milioni, il secondo oltre 222. Per il 2015 entrambi sono stati potenziati con un tesoretto, il Fondo di emergenza: 13,6 milioni per il Fami e altri 5,4 per il Fsi. “A questo si aggiunge anche un fondo da suddividere tra tutti i Paesi europei da 100 milioni”, spiega a IlFattoQuotidiano.it Solon Ardittis, direttore di Eurasylum Ltd, società di consulenza delle istituzioni europee in materia di asilo politico. Altri 12 milioni circa sono arrivati a febbraio per il Fondo emergenza per minori stranieri non accompagnati.
Articolo Precedente
Ius soli, deputati M5S annunciano voto sul blog di Grillo. Poi salta e in Aula si astengono
Articolo Successivo
Regione Sicilia, superpremi ai dirigenti. Gli obiettivi raggiunti? “Usare internet” e “inviare email”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Cronaca
Il Papa in lieve miglioramento: “Prognosi resta riservata, reni non preoccupano”. In piazza san Pietro fedeli da tutto il mondo per il Rosario
Mondo
Sì dell’Onu alla risoluzione europea sulla “integrità territoriale” di Kiev. No degli Usa. Trump riceve Macron: “Forze Ue per la pace. Meloni grande leader”
Economia & Lobby
Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.