Di recente è stato assegnato il Nobel per la fisica. Dunque, secondo me non se ne è parlato abbastanza. Volevo aprire un piccolo spazio nell’etere per trovare commenti sulla questione (senza essere esaustiva, per carità, ma soltanto lanciando dei flash, degli argomenti di discussione). Innanzitutto, il mio fisico preferito è, continua ad essere, Henri Poincaré. E lui resta il mio riferimento, anche nella divulgazione scientifica. E quindi gli attribuisco ora un ‘Nobel retroattivo‘, che ho appena deciso esistere da oggi. Poi, seconda questione: vorrei che finalmente anche i matematici proclamassero il loro Nobel, e quindi vorrei che venisse abolita la medaglia Fields che l’anno scorso è andata a una matematica iraniana, Maryam Mirzakhani (che da piccola voleva fare la scrittrice), che merita – appunto – il Nobel.
Ecco in poche parole cos’è la matematica secondo la ricercatrice iraniana. La giungla di Mirzakhani, ovvero il suo ambito di studio, è la matematica pura e in particolare le superfici di Riemann e la geometria dello spazio di moduli. Nel suo metodo di studio non ci sono grandi segreti, dice lei, ma secondo Steven Kerckhoff, suo collaboratore e professore a Stanford “ciò che la differenzia dagli altri ricercatori è la capacità di mettere insieme pezzi disparati in maniera originale”. Beh, trovo che sia un grande insegnamento di vita.
Il Nobel per la Fisica 2015, invece, è stato assegnato al giapponese Takaaki Kajita, 56 anni, e al candaese Arthur B. McDonald, premiati per le scoperte relative alle particelle più sfuggenti dell’universo, i neutrini. Secondo il Modello standard i neutrini non hanno una massa. Sono infatti particelle che non interagiscono con la materia. Tuttavia gli esperimenti condotti dal giapponese Kajita e dal canadese McDonald hanno dimostrato che le cose stanno diversamente da quanto prevede il Modello standard, ed è come aver assegnato il Nobel a due eretici della fisica moderna. Per questo il Nobel della fisica quest’anno è doppiamente importante.
Prima degli studi di Kajita si sapeva che esistono tre famiglie di neutrini, chiamati tau, elettronici e mu, ben distinti tra loro e privi di massa. Tuttavia, studiando queste particelle nel rivelatore chiamato Superkamiokande, Kajita si accorse che i conti non tornavano: i neutrini muonici che provengono dall’atmosfera non erano intercettati nella stessa quantità dal rivelatore del Superkamiokande. La conferma definitiva che i neutrini sono delle particelle-camaleonte è arrivata nel 2001 da McDonald. I suoi calcoli hanno dimostrato che il bilancio complessivo delle particelle quadrava, anche se variava la quantità dei neutrini presenti nelle singole famiglie: era la prova definitiva che queste particelle possono cambiare identità e, soprattutto, che hanno una massa, contrariamente a tutte le previsioni teoriche.
Per quel che riguarda Poincaré, invece, mi piace pensare che si sta divertendo nel suo universo parallelo dove vive adesso: ma sarà in un prossimo post che dico il perché… Intanto, aspetto di sapere a chi assegnate il vostro ‘Nobel retroattivo’.