Utilizzano internet e la posta elettronica, inviano lettere, gestiscono il software per i buoni pasto, e in cambio ricevono ogni anno sostanziosi bonus in busta paga. È così che la Regione Sicilia premia gli oltre mille super burocrati, già titolari di stipendi facoltosi, ricevendo in cambio nient’altro che le attività lavorative minime e indispensabili. Sono le cosiddette indennità di risultato, e cioè i premi riconosciuti ai dirigenti per gli obiettivi raggiunti ogni anno. Solo che a leggere le schede di valutazione, che motivano il riconoscimento del bonus in busta paga, si scopre che per avere riconosciuta l’indennità di risultato non occorre ottenere chissà quali obiettivi. Attività d’ufficio normalissime come “l’utilizzo di strumenti elettronici disponibili (internet, posta elettronica)”, il “tempestivo aggiornamento dati relativi agli incarichi ed ai compensi dei dirigenti e trasmissione per la pubblicazione sul sito”, la “gestione del sistema buoni pasto elettronici”, o anche il semplice “invio” di una lettera, sono considerati dalla Regione “obiettivi operativi” fondamentali per avere in busta paga un premio che può arrivare anche ai 17 mila euro lordi annui per ogni dirigente: una cifra che “gonfia” gli stipendi praticamente di 1.300 euro al mese.
È in questo modo che tra il 2013 e il 2014 sono stati stanziati più di 10 milioni di euro, per le indennità di risultato dei 1.737 super burocrati che in Sicilia dirigono i 17.325 dipendenti regionali (nel 2014 sono costati 938 milioni e 529 mila euro), per una media di un dirigente ogni 8,6 lavoratori. Il bello è che i premi vengono riconosciuti praticamente in massa a tutti i dirigenti, ed è per questo motivo che alcuni giorni fa il dipartimento regionale lavoro ha sospeso il pagamento il famp, un altro bonus in busta paga, che veniva erogato senza distinzioni di sorta: i dipendenti siciliani non solo sono tutti da premiare per il lavoro svolto, ma lo sono anche nella stessa misura.
“Con dirigenti così bravi ed efficienti la regione dovrebbe brillare in tutti i settori, quando invece siamo sull’orlo della bancarotta: presenteremo un emendamento in finanziaria per congelare questa spesa”, dice Giorgio Ciaccio, capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea regionale siciliana, che ha chiesto a tutti gli assessorati di fornire le varie schede di valutazione dei dirigenti. “Alcuni – spiega il deputato – le hanno inviate, altri si sono riservati di inviare copia della valutazioni, a conclusione del processo relativo al contratto collettivo regionale di lavoro”. Le cifre dei bonus siciliani potrebbero dunque ancora crescere, mentre nelle altre regioni italiane i premi dei dirigenti erano già diventati un caso. Nel 2012, per esempio, il 95% dei dirigenti della regione Campania avevano ricevuto il bonus in busta paga, con cifre che hanno anche raggiunto i 93mila euro.
In Toscana, invece, il 78% dei dirigenti ha incassato nel 2014 il 90 percento dell’importo massimo del premio di produttività, mentre l’anno precedente la regione guidata da Enrico Rossi aveva elargito 12 milioni di euro di bonus ai dipendenti, con cifre che vanno dai 3.700 ai 5.180 euro lordi. Stesso discorso se si sale più a nord, in Piemonte, dove lo scorso anno la regione di Sergio Chiamparino ha pagato premi a dirigenti per 3,2 milioni di euro. Quali obiettivi devono raggiungere i rigidi burocrati sabaudi per avere un bonus in busta paga? Per esempio, riordinare gli archivi degli uffici. Da Torino a Palermo, insomma, l’antifona è la stessa: per arrotondare lo stipendio e incassare i premi basta semplicemente tenere in ordine l’ufficio e inviare lettere e mail. In due parole: lavorare il minimo indispensabile.
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