For an automaker to envision all combustion engines as gone is pretty extraordinary.
Kiyotake Ise, Toyota, sull’annuncio che entro il 2050 la Toyota non produrrà più macchine a combustione interna
E’ una notizia meravigliosa.
Dopo l’ondata degli scandali del diesel pulito della Volkswagen, la Toyota arriva con lo straordinario annuncio che entro il 2050 venderà quasi solo ibridi e macchine a idrogeno per ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera. Hanno aggiunto che il tutto sarà fatto in trasparenza e con input governativi e dai propri clienti. Niente più macchine a benzina, dunque. L’obiettivo è di emettere il 90% in meno di Co2 dalle proprie automobili rispetto ai livelli del 1990.
La Toyota ha già lanciato sul mercato il suo prototipo di autovettura ad idrogeno nel 2014 e si chiama Mirai. Hanno venduto 1,500 esemplari in Giappone ed hanno appena iniziato la commercializzazione in Europa e negli Usa. Le stime sono di circa 3mila veicoli venduti entro il 2017 e di 30mila per il 2020. Intanto, la vendita di macchine ibride, ormai ben collaudate negli Usa saliranno a 1,5 milioni di macchine all’anno, fino ad arrivare a 15 milioni macchine ibride sulle strade americane entro il 2020.
Tutti conosciamo la Toyota Prius, l’ibrido per eccellenza, per la prima volta sul mercato nel 1997. Finora ne sono stati venduti 4 milioni di esemplari. Adesso la Toyota creerà versioni ibride per ogni suo modello, dalle macchine sportive agli suv. Non solo Prius, quindi.
E a tutti quelli che dicono, sì ma da qui al 2050 ce ne passa di tempo – e cioè 35 anni – il Senior Managing Officer della Toyota Kiyotaka Ise risponde: “For an automaker to envision all combustion engines as gone is pretty extraordinary” (Per una casa automobilistica immaginare tutti i motori a combustione è abbastanza straordinario). Ise aggiunge che le macchine a benzina rimarranno a disposizione nei paesi meno sviluppati dove l’infrastruttura è meno avanzata, ma che i numeri saranno piccoli.
Perché fanno questo? Dicono che è inevitabile: a causa dei cambiamenti climatici e della distruzione ambientale in atto, una mossa a grande scala verso una società libera dalle fonti fossili è un imperativo. Lo dice la Toyota, non io! Ise aggiunge che fra i fattori determinanti nella loro scelta, il fatto che la comunità scientifica sia unanime nell’accettare i rischi legati ai cambiamenti climatici e il fatto che le nazioni gradualmente aumenteranno gli standard delle emissioni.
Come per tutte le cose, anche qui ci sono dietro anni di programmazione, di studi e di investimenti e alla Toyota sanno cosa stanno facendo. Un analista presso la Barclays Securities Japan di Tokyo, Tatsuo Yoshida, dice che il management della Toyota non parlerebbe con così tanta certezza se non ne fossero assolutamente sicuri. “Toyota has been working on this technology for a long time. When officials speak out like this, it means they are 120 percent confident this is their scenario.”
E non solo, la Toyota promette di ridurre anche le emissioni dalle loro fabbriche: di un terzo nel 2030 rispetto ai livelli del 2001. Useranno idrogeno e eolico e recicleranno più che potranno i materiali da automobili dismesse. Il capo della Toyota, Takeshi Uchiyamada, anche noto come il “papà della Prius” dice che fanno tutto questo perché vogliono contribuire ad una società migliore. Attendo con ansia simili annunci da parte da Fca.
Questa notizia ci lascia sperare per le generazioni future, ed è un altro passo in avanti ancora verso il giorno in cui non bucheremo più la terra alla ricerca di petrolio. Ci mostra che i “yes we can” e l’ingegno dell’uomo e la volontà sono più forti di tutti i “no, we can’t” di negazionisti, conservatori e gente ancorata allo status quo.
Bravi alla Toyota.
Qui le immagini della Toyota Mirai e dei primi distributori di idrogeno a Los Angeles