Ancora oggi va su e giù per il Medio Oriente il vecchio capo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina, Bassam Abu Sharif. Tu sai che è a Beirut, arrivi lì ma lui parte. Poi vai a Gerico, dove abita, ma lui scappa in un’altra delle città infuocate di questo pezzo di terra devastato: però alla fine accetta, grazie agli auspici di un comune amico, alto dirigente del Comitato nazionale per il Diritto al ritorno, e risponde alle domande di ilfattoquotidiano.it in una lunga conversazione telefonica che si snoda in varie tappe per un mesetto circa. Gli spiego che voglio riportarlo indietro nel tempo, quando lui era uomo chiave dei rapporti internazionali dei palestinesi, e che qui da noi il dibattito sull’amicizia dell’Italia per il suo Paese è sempre aperto e ruota attorno a una figura chiave, quella di Aldo Moro. “Eh sì … ovvio …”, mi dice interrompendomi, “Moro è stato un vero patriota”.
Cronaca
“Aldo Moro, patto con i palestinesi per evitare attentati in Italia. La Cia impedì le trattive e ordinò la sua morte”
Intervista esclusiva a Bassam Abu Sharif, ex leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. Negli anni Settanta, sostiene, lo statista voleva liberare il Paese dalla "subdola dominazione statunitense". E almeno una volta "incontrò i vertici dei nostri servizi" per avere rassicurazioni che non saremmmo stati colpiti da attentati. Dopo il sequestro da parte delle Brigate rosse, "fummo contattati da Roma e facemmo ogni tentativo per salvarlo. Ma una terza parte lo impedì"
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