Dunque, per favore, ci aiuta a capire meglio cosa accadde tra l’uomo del compromesso storico e i dirigenti palestinesi? “Lo faccio volentieri” dice, ma subito premette: “Non insista troppo sulle date… ah le date! Sapesse quante carte sono andate perdute a Beirut durante la guerra civile, e poi i nostri spostamenti. Tutto è successo troppo tempo fa e i segni della guerra sul mio corpo sono ben chiari”. Mr Sharif è incappato in un pacco bomba che gli fu recapitato nel 1972 a Beirut e gli sfigurò il volto, portandogli via la mano destra. “Moro – mi spiega – voleva rendere l’Italia più forte economicamente, politicamente e anche, in un certo senso, tecnologicamente. Voleva rendere l’Italia libera dalla subdola dominazione statunitense. Era consapevole che nel vostro paese venivano fatte azioni illegali alle spalle degli stessi ufficiali italiani. Era perfettamente informato di cosa accedeva nelle basi aeree e navali della Nato e degli Usa che voi ospitavate. Gli americani arrivarono al punto di avere le loro prigioni segrete in Italia. Mi pare che recentemente la cosa è diventata pubblica, non è così?”.
Moro era consapevole che nel vostro Paese venivano fatte azioni illegali e di quel che accadeva nelle basi Nato
Solo in parte, gli dico, pregandolo di ritornare indietro nel tempo: “Sì, sì ha ragione, Aldo Moro. Era un italiano orgoglioso, provò a rafforzare i servizi segreti che considerava una istituzione fondamentale per sostenere l’azione dei governi: credeva che le scelte dell’Italia, nel rispetto degli interessi nazionali degli italiani, spettassero solo ai suoi governi. E noi lo rispettavamo moltissimo per questo suo temperamento”.