Lei sostiene che qualcuno si mise in mezzo, dunque che c’erano interferenze dirette, infiltrati o contatti in grado di avere notizie su quanto si stava muovendo?
“La situazione era perfetta per la penetrazione di un gruppo come le Brigate rosse. In giro per l’Europa c’erano militanti brigatisti legati a Carlos che stavano cercando di organizzare un suo gruppo autonomo, dopo la famosa azione di Vienna (l’incredibile assalto al quartiere generale dell’Opec organizzato da Carlos nel 1975) e la spaccatura con Wadi Haddad (un attivista espulso dall’Olp nel 1973). La situazione di quei gruppi era porosa e offriva l’opportunità di forti, fortissime infiltrazioni.
La Cia giocò un ruolo eccezionale nella penetrazione di gruppi come le Brigate rosse in Europa, senza avvisare i governi europei. Insisto: ordinarono la morte di Moro
La Cia giocò un ruolo eccezionale nella penetrazione di questi gruppi in Europa, era una partita che giocava in proprio, senza avvisare i governi europei, ovviamente. Insisto: ordinarono la morte di Moro. Intervennero per interrompere le trattative che erano ancora in corso, erano quasi fatte. Certamente chi ha ammazzato Moro non era amico della nostra lotta di liberazione. Ed ora mi scusi, devo salutarla, ho troppo da fare, qui siamo dentro una nuova Intifada. Gli israeliani stanno diventando selvaggi: sparano direttamente sui bambini, qui da noi c’è l’orrore”.