“Si può concludere senza esitazioni che, in conseguenza dell’aggressione violenta di cui è stato vittima, Cucchi ha sviluppato una grave reazione psicopatologica post-traumatica. Esiste pertanto una evidente catena casuale che collega l’aggressione, il trauma psichico e la sindrome da inanizione, la quale ha provocato in modo eslcusivo o in concausa, la morte di Stefano Cucchi”. Questa la conclusione di una nuova indagine medica (indipendente) che collega le violenze subite da Stefano Cucchi (ormai sei anni fa) da parte dei carabinieri e la sua morte. Un collegamento mai evidenziato nei precedenti due processi (il 15 dicembreè prevista la sentenza di Cassazione che dovrebbe convalidare o respingere l’assoluzione dei medici condannati in primo appello e assolti in secondo). Un nesso di causa ed effetto che coinvolge direttamente i carabinieri fino ad ora esclusi.”Questa indagine – spiega il dott. Alberto Barbieri che ha condotto l’analisi – dimostra che la causa prima della morte di Cucchi è dovuta alle violenze offerte. C’è un nesso causale tra le aggressione e il trauma psichico che ha portato all’inanizione. Elementi a nostra disposizione ci fanno propendere per un’aggressione subita nel periodo compreso tra le 2,00 e le 4,30 di notte quando il piantone della caserma di Tor Sapienza chiama l’ambulanza”. “A questo punto – si auspica Fabio Anselmo, avvocato della famiglia Cucchi – ci aspettiamo l’annullamento del processo e che si ricominci tutto da capo in parallelo con quello nuovo dei carabinieri inquisiti“. “Ci sono anche tutti gli elementi – aggiunge ora – che il caso Cucchi sia anche un caso di tortura oltre che di morte. La Corte Europea ci ha avvertito sulla necessità di inserire il reato di cultura ma, nonostante tutto il cammino della legge, si è arenata in Senata ed è tornata dalla Camera peggiorata. Introduce ancora una volta il concetto di violenza reiterata, perchè per loro non basta torturare una volta”. La speranza di Ilaria Cucchi: “Sarebbe un regalo bellissimo se la legge sulla tortura in discussione in Parlamento fosse un giorno intitolata a Stefano” (Giuliano Rosciarelli / alaNEWS)