Ventotene, anche se molto più vicina a Ischia e Procida, è un’ isola ponziana che appartiene alla provincia di Latina. Da sempre è considerata l’isola degli esilii. Esilii illustri e non di poco conto. Il primo che costrinse a far vivere in quel contesto magnifico e solitario, allontanando per sempre dalla sua vita la figlia Giulia, fu Augusto (sull’isola esistono ancora i resti di villa Giulia a Punta Eolo). Poi fu la volta dell’imperatore Tiberio che vi esiliò la nipote Agrippina. Più tardi toccò a Ottavia, moglie ripudiata dell’imperatore Nerone.
Quelli che ricordiamo però, sono quelli più vicini a noi nel tempo. Era il periodo fascista, anni ’40 quindi, quando su quella lontana roccia tufacea vennero confinati numerosi antifascisti non graditi al regime. Li conosciamo no? Sandro Pertini, Umberto Terracini, Luigi Longo, Eugenio Colorni, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi. Questi ultimi due sono famosi per il progetto di un’Europa unita racchiuso nel celebre Manifesto di Ventotene.
Un contesto pieno di storia e di simbologia, dunque, appartenente al passato. Ma oggi Ventotene torna a far parlare di sé. Con un nuovo simbolo e un un nuovo messaggio che riguarda le donne e il cancro al seno. Non si tratta più di esilii e di confini, ma di un logo che raffigura la speranza di vita e nato per caso alla vista di una nave rosa che solcava l’orizzonte di quel mare splendido.
Era ottobre dello scorso anno quando due medici senologi dell’Ospedale di Latina, Fabio Ricci e Sandro Rossi, la videro all’orizzonte. Fu un attimo. Una nave rosa non è che la si vede tutti i giorni, pensarono, e quindi interpretarono quella figura che si stagliava lontano come una nuova simbologia. Ventotene, il Manifesto, mese di ottobre e la Nave Rosa. Un cocktail importante. Come non tenerne conto? Un clic e la nave oggi diventa il simbolo di un nuovo coraggio. Quello delle donne che combattono contro una minaccia che se presa in tempo potrebbe salvare davvero molte vite. E un nuovo Manifesto. Il Manifesto Rosa di Ventotene che fa tandem con il messaggio della Lilt for Women: “ Fai prevenzione: proteggilo anche tu!”.
I messaggi, però, senza un’adeguata comunicazione non passano e non vengono recepiti. Poiché ottobre è considerato, dal 1989, il mese per la lotta al cancro al seno, questo Manifesto verrà presentato dalla Lilt di Latina a Sabaudia. Per rendere ancora più incisivo il messaggio e soprattutto perché esso arrivi davvero a tutte le donne della provincia, il presidente Lilt, dr. Alessandro Rossi, ha scritto ai sindaci dei 33 Comuni della provincia, invitandoli a sensibilizzare la popolazione con un gesto simbolico. Ha chiesto di illuminare di rosa qualche elemento importante della città: un edificio, un monumento, una fontana o una piazza. Da adesso fino alla fine di ottobre.
L’organizzazione della Lilt di Latina è da sempre molto attiva. Non ci si piange addosso e non ci si perde in ciance. Da Gennaio 2010, sul lago di Sabaudia, per le donne operate al seno si svolge il campionato di “Dragon Boat”, una disciplina sportiva diffusa in tutto il mondo. Il “suo scopo è quello di prevenire il linfedema, un doloroso e inabilitante rigonfiamento delle braccia e del torace che può svilupparsi dopo un intervento di chirurgia al seno. Il principale obiettivo è quello di diffondere il messaggio che la vita continua anche dopo il tumore”. Il messaggio è stato recepito e tante sono le donne, vestite di rosa, che vi partecipano. Una giornata per stare insieme facendo sport, e soprattutto per esorcizzare la malattia… a colpi di pagaia.
Prevenzione. Prevenzione. Prevenzione. Il cancro è una malattia che si combatte, con la prevenzione e le cure e non con le polemiche. Ricordiamocelo!