Cronaca

Imprenditore scomparso nel Bresciano, trovata auto dell’operaio della Bozzoli sparito

Suzuki Vitara marrone era lungo la strada che porta al Passo del Tonale, una zona che l'uomo non frequentava. La Scientifica ha analizzato il mezzo. Giuseppe Ghirardini è svanito nel nulla il 14 ottobre, nel pieno delle indagini sulla scomparsa del suo datore Mario Bozzoli

L’auto è stata ritrovata venerdì sera, lungo la strada Tonalina che porta al Passo del Tonale. Intorno il bosco, la neve e la nebbia. Siamo appena dopo Ponte di Legno, punta estrema della Valle Camonica, profondo Bresciano. Si tratta della Suzuki Vitara marrone di Giuseppe Ghirardini, 50 anni, addetto ai forni nella fonderia Bozzoli di Marcheno, svanito nel nulla mercoledì scorso (14 ottobre). Stessa sorte toccata al suo datore di lavoro e proprietario della ditta, Mario Bozzoli. Anche di lui non c’è più traccia dall’8 ottobre scorso. Due sparizioni nel giro di pochi giorni. Due casi che i carabinieri considerano inevitabilmente legati tra loro. Anche perché Ghirardini è uno dei tre operai presenti in fonderia l’ultima volta che Bozzoli è stato visto.

L’auto è stata ritrovata grazie alla segnalazione di un residente della zona che – ricostruisce il Corriere della Sera – giovedì chiama i carabinieri dopo aver visto un servizio in Tv in cui si parlava del fuoristrada di Ghirardini, identico a quello che aveva visto il giorno prima passando dalla Tonalina. I rilievi della scientifica all’interno della Suzuki Vitara sono andati avanti fino alle quattro e questa mattina è stata trasferita al comando provinciale di Brescia, dove i tecnici dell’Arma hanno finito di scandagliarla. Perché l’auto è una traccia importante per capire che fine abbia fatto Ghirardini. Ma non è l’unica. Gli investigatori hanno in mano un altro dettaglio: l’ultima cella telefonica agganciata dal cellulare dell’operaio, all’altezza del passo Crocedomini. C’è qualcosa che non torna però. Perché tra il luogo dove è stata trovata la Suzuki e l’ultima cella agganciata ci sono 80 chilometri. Troppi. E poi c’è la conferma dei familiari: no, la zona dove è stata trovata l’auto non era frequentata da Ghirardini, neppure quando andava a caccia alla lepre.

La mattina della scomparsa l’operaio doveva partecipare a una battuta insieme ad alcuni amici. “Ma il tempo era brutto – racconta al Corriere una cugina – ha lasciato i cani a casa e ci ha salutato come sempre. Poi non lo abbiamo più visto”. La stessa mattina, Ghirardini doveva essere nuovamente ascoltato dai carabinieri. Adesso non viene scartata nessuna ipotesi. Dal suicidio, dal coinvolgimento più o meno diretto nella scomparsa dell’imprenditore, all’allontanamento volontario. Le ricerche per ritrovare entrambi vanno avanti. Ma i dubbi sono ancora molti. L’unica certezza è che la verità sulla sorte di Ghirardini farà luce anche su quella di Bozzoli. E viceversa.