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L’Italia ha bisogno dell’Iran

Iran Hassan Rohani 675

Nel suo prossimo viaggio in Europa il presidente iraniano Hassan Rohani metterà piede in Italia il 14 e 15 novembre. La scelta di Rohani non è casuale. Seguendo l’esempio di Mohammad Khatami, anche Rohani ha voluto rimarcare la straordinaria importanza del legame tra Iran e Italia, costruito negli anni attraverso una politica di fitte relazioni commerciali e soprattutto di un profondo interesse per lo sviluppo delle attività culturali, che hanno da sempre rappresentato il fiore all’occhiello del rapporto bilaterale.

L’Italia ha un’antica tradizione di scambi con l’Iran, essendo stata per molto tempo uno dei suoi principali partner commerciali. Le importazioni italiane dall’Iran consistono essenzialmente di prodotti del petrolio e di gas naturale. Il ruolo più rilevante svolto dall’Italia nel commercio iraniano ha riguardato invece il flusso di beni industriali che l’Iran importa. Gli operatori italiani sono stati tra i primi ad avvantaggiarsi dell’apertura del mercato iraniano al commercio estero e hanno ampiamente beneficiato della liberalizzazione degli scambi.

Nel tempo le società italiane sono penetrate in diversi campi: siderurgico (Danieli), petrolchimico (Tecnimont, Snamprogetti), del petrolio e gas naturale ed energetico (Ansaldo). Le esportazioni italiane in Iran sono state e lo sono tuttora sostenute dalla Sace, nata a Roma nel 1977, nonché la prima agenzia per il credito alle esportazioni a riaprire le operazioni in questo paese dopo una sospensione nel 1993.

Il crescente ruolo della Sace ha avuto grande importanza nell’aumento delle esportazioni italiane in Iran. Oggi il raggiungimento dell’accordo sul nucleare iraniano potrebbe aprire interessanti opportunità per le aziende italiane. Potrebbe esserci un incremento dell’export italiano nel paese di quasi 3 miliardi di euro nel giro di 4 anni. Attualmente per i rapporti tra Iran e l’Italia c’è anche la Italy World Services rappresentata dal presidente Adolfo Urso già vice ministro allo Sviluppo Economico e dall’Advisor e consulente legale Stefano Maggiani.

La società si pone come interlocutore di imprese e società italiane ed estere che intendono sviluppare progetti di internazionalizzazione, partnership, investimenti finanziari e produttivi, promozione e commercio estero, comunicazione e relazioni istituzionali. Insomma un enorme potenziale da sfruttare visto che l’Iran detiene anche un ingente quantitativo di risorse minerarie: tra i minerali estratti si annoverano rame, piombo, zinco, ferro, bauxite, carbone, stronzio, oro, cromo, uranio, turchese, zolfo e sale. Gli investitori stranieri si sono concentrati per lo più sull’industria estrattiva del rame.

Ma i rapporti tra Italia e Iran riguardano anche l’agricoltura che è uno dei più sviluppati settori del paese, grazie alla grande diversità di climi e terreni, che consente all’Iran di produrre tabacco e tè oltre ai cereali di consumo più tradizionali. L’industria agroalimentare, in particolare dopo l’exploit di Expo, sta attirando sempre più l’interesse degli investitori italiani, soprattutto per quanto riguarda la lavorazione del riso, dell’orzo, del mais e di altri cereali. Interesse che si concretizza nella creazione di joint-venture con industrie manifatturiere iraniane.