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Pedemontana, finisce l’Expo ed ecco il pedaggio: sarà la strada più cara d’Italia

Doveva essere la rivoluzione della viabilità in Lombardia, ora sta per mostrare il limite più evidente: l'elevato costo per l'utente. Il pedaggio sarà riscosso con il nuovo sistema "free flow", senza casello

Pedemontana, il salasso è servito. Annunciata come la rivoluzione che avrebbe reso più fluido il traffico regionale, completando le tangenziali di Como e Varese oltre a mettere in collegamento diretto l’aeroporto di Malpensa con quello di Bergamo, la Pedemontana Lombarda – quando mancano ancora almeno 5 anni di lavoro e tanti chilometri per arrivare a destinazione – sta per mostrare il suo limite più evidente: l’elevato costo per l’utente. Regione Lombardia aveva assicurato la gratuità “almeno fino al termine di Expo”. L’esposizione finirà il 31 ottobre e, puntuale, dal primo novembre, il transito sul nuovo sistema autostradale verrà sottoposto a pedaggio.

E che pedaggio. Basta dare una rapida occhiata al sito di Pedemontana per rendersi conto dell’ammontare della gabella. Facciamo degli esempi. Il tratto a pagamento della tangenziale di Varese (la nuovissima A60) misura 4,5 chilometri. Gli automobilisti dovranno sborsare un euro e un centesimo ad ogni transito, cifra che sale a 1,75 per camion e bus e 1,90 gli autoarticolati. A conti fatti il costo per le autovetture supera i 22 centesimi al chilometro. Per intenderci più di quanto si paga per la salatissima Torino-Aosta-Monte Bianco, la famigerata A5, da sempre in cima alle classifiche nazionali per costo al chilometro.

Va un pochino meglio (ma non di molto) dalle parti di Como dove per i tre chilometri di tangenziale (la A59) si pagheranno 62 centesimi (poco più di 20 cent ogni mille metri). La Pedemontana propriamente detta (A36) al momento è stata completata solo nella prima tratta, dall’interconnessione con l’A8 Milano-Laghi al comune di Lomazzo (Como), per poco più di 15 chilometri. Dopo la chiusura di Expo, nei primi giorni di novembre, dovrebbe aprire al traffico anche la tratta B1, che allungherà il tracciato di altri 7,5 chilometri, portando l’autostrada fino a Lentate sul Seveso (Monza Brianza). Anche in questo caso la simulazione del pedaggio è impietosa: 4 euro e 72 centesimi per 23 chilometri di percorso (8,84 per i mezzi pesanti) e un costo chilometrico simile a quello della tangenziale di Como, di poco superiore ai 20 centesimi.

Il pedaggio non verrà riscosso con i tradizionali caselli, ma con un sistema nuovo (per le autostrade italiane): il Free Flow. Si tratta – come spiega Pedemontana di “un sistema di esazione privo di caselli e barriere fisiche nel quale il passaggio del veicolo viene rilevato da apparecchiature tecnologiche, chiamate portali, che attraverso la targa del veicolo stabiliscono l’importo del pedaggio e individuano il soggetto al quale addebitarlo”. Il tutto sembra intelligente e avveniristico. Si potrà pagare senza ridurre la velocità e senza fare estenuanti code. Per i titolari di Telepass non sarà necessario fare nulla, gli altri automobilisti potranno registrarsi sul portale e sottoscrivere un abbonamento oppure decidere di pagare un singolo transito.

Ma il meccanismo potrebbe nascondere una beffa. Dopo due settimane dal transito, infatti, l’automobilista che non avesse provveduto a regolarizzare la propria situazione riceverà un’ingiunzione di pagamento alla quale, in caso di insolvenza, farà seguito una multa (da 85 a 338 euro). Un sistema che funziona entro i confini nazionali ma che potrebbe incepparsi nel caso in cui i trasgressori abbiano targa straniera. La contravvenzione per il mancato pagamento del pedaggio non è tra quelle considerate gravi, e non rientra dunque tra quelle regolate dal sistema comunitario delle multe senza frontiere. Una riscossione fuori dai confini italiani potrebbe così risultare più complicata del previsto. Un dettaglio superfluo se ci trovassimo a centinaia di chilometri dalla frontiera. Un affare che rischia di fare la differenza in situazioni come quelle di Como e Varese, città di confine, battute quotidianamente da centinaia di veicoli con targa estera.

Le stime ufficiali dicono che circa il 20% del traffico di Pedemontana sarà composto da auto straniere o da utenti occasionali e saranno proprio questi gli osservati speciali nella gestione del rischio di mancato pagamento. La società già nei mesi scorsi, quando il sistema era in corso di implementazione, si diceva certa che i mancati pagamenti non supereranno il 4% del totale. Resta da capire quanto inciderà il costo del pedaggio sui livelli di traffico.