Musica

Top 100 Djs, ad Amsterdam si celebrano i multimilionari re delle discoteche: vincono Dimitri Vegas & Like Mike

Trionfa il duo di fratelli belgi, lasciandosi alle spalle, sul podio, lo stesso Hardwell e il favorito della vigilia Martin Garrix, giovanissimo olandese reduce da un’annata trionfale. Ai piedi del podio, tre monumenti dei dancefloor come Armin Van Buuren, Tiesto e David Guetta. Gli italiani Vinai al quarantatreesimo posto

di Domenico Naso
Top 100 Djs, ad Amsterdam si celebrano i multimilionari re delle discoteche: vincono Dimitri Vegas & Like Mike

Si è svolta ad Amsterdam, nel corso dell’ADE Festival, la serata più attesa dell’anno dagli appassionati di musica dance di tutto il mondo. Come ogni anno, infatti, la Bibbia del settore DjMag ha svelato la Top 100 Djs, stilata grazie alle centinaia di migliaia di voti arrivati sul sito della rivista negli ultimi mesi e che incorona il re di un settore musicale che macina centinaia di milioni di dollari.

Dopo due anni di dominio del dj olandese Hardwell, quest’anno al primo posto si sono piazzati Dimitri Vegas & Like Mike, duo di fratelli belgi, lasciandosi alle spalle, sul podio, lo stesso Hardwell e il favorito della vigilia Martin Garrix, giovanissimo olandese reduce da un’annata trionfale. Ai piedi del podio, tre monumenti dei dancefloor come Armin Van Buuren, Tiesto e David Guetta (forse il più popolare al mondo), rispettivamente quarto, quinto e sesto, mentre al settimo posto si è piazzato un altro nome noto del settore come Avicii (svedese ventiseienne), noto anche al grande pubblico grazie a pezzi come Wake me up, Levels e il recentissimo For a better day (singolo di successo estratto dall’ultimo album Stories). Ancora un olandese all’ottavo posto, con Afrojack, esponente di spicco della dutch house, filone di grido della musica dance che conferma la supremazia dei Paesi Bassi nel settore. Nono il re del dubstep Skrillex, vincitore di sei Grammy e che in passato ha collaborato con nomi decisamente mainstream come Ed Sheeran, Usher e Justin Bieber.

Chiude la top ten, il nippoamericano Steve Aoki, che lascia fuori dalla top ten l’ultramilionario Calvin Harris (lo scorso anno ha guadagnato 66 milioni di dollari grazie a vendite, live e collaborazioni eccellenti), noto anche per essere il fidanzato della reginetta del pop-country Taylor Swift. Dodicesimo, la rivelazione dell’anno Oliver Heldens, ventenne olandese (rieccoli!), che nel 2014 ha conquistato Tiesto, che subito lo ha ingaggiato nella sua etichetta discografica Musical Freedom. Al tredicesimo posto, per la delusione dei tanti fan che speravano di vederlo almeno tra i primi dieci, lo svedese con origini italiane Alesso, che nell’ultimo anno ha conquistato i favori di appassionati e critici con l’album Forever. Subito dietro Alesso, il duo olandese W&W, mentre al quindicesimo posto Dash Berlin, esponente della trance music.

Si va finalmente fuori dal Nord Europa con il sedicesimo posto occupato dal duo canadese DVBBS, seguito dagli svedesi Axwell e Ingrosso, ex membri del fortunato progetto dance Swedish House Mafia (quelli di Don’t you worry child, per intendersi) e, al diciottesimo posto, un deluso Nicky Romero (che molti si aspettavano di vedere più in alto). Chiudono la top 20, i Blasterjaxx e il bravissimo Diplo, il dj amato dalle star del pop come Madonna, che porta a casa anche il quarantacinquesimo posto per il progetto Jack U (con Skrillex) e il cinquantaquattresimo con Major Lazer (la loro Lean On è stato uno dei tormentoni dell’anno). Clamorosamente in basso nella top 100, l’ormai popolarissimo (e apprezzatissimo) Robin Schulz (al quale i puristi della musica da discoteca forse non perdonano le troppe incursioni mainstream), mentre l’Italia si deve accontentare del quarantatreesimo posto dei fratelli Vinai e dell’ottantasettesimo di Zatox, esponente dell’hardstyle e quindi apprezzato solo da chi predilige la frangia più spinta della musica da discoteca. Ancora una volta fuori dalla top 100, il francese Bob Sinclar, ormai quasi ostracizzato dall’ambiente, che non gli perdona l’aver piegato gli standard della dance ai voleri del mercato pop.

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