Lapo Elkann è finito sotto la lente della Sec, l’ente federale statunitense che vigila sulla borsa. Il 7 ottobre, a pochi giorni dalla quotazione di Ferrari a Wall Street, il rampollo di casa Agnelli e fratello del presidente di Fiat Chrysler in un’intervista a Bloomberg ha infatti parlato della casa di Maranello definendola “una leggenda” che “ha avuto la capacità di proteggere il suo brand” ed “è una fonte di ispirazione per me e, credo, per molti italiani e molte persone in giro per il mondo”. “Non si vendono auto, si vendono sogni”, ha aggiunto all’inaugurazione di Garage Italia Customs, la sua ultima iniziativa imprenditoriale. Infine gli elogi alle “grandi persone che ha avuto, come Enzo Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne oggi”.

Apprezzamenti che, come riporta Il Sole 24 Ore, hanno suscitato l’attenzione dell’omologo Usa della Consob, visto che la società è in fase di offerta pubblica iniziale (ipo) e le sue azioni saranno negoziate alla borsa di New York da mercoledì. Così la Sec ha chiesto spiegazioni alla stessa Ferrari, che si è affrettata a risponderle con un documento (datato 15 ottobre) in cui si spiega che “Lapo Elkann non è dirigentedipendente della società né di Fca e non è autorizzato a fare affermazioni in nome loro” e “l’intervista non è stata approvata dalla società”. Di conseguenza “non c’è alcun legame” tra l’intervista e l’imminente quotazione a Wall Street.

Nel documento pubblico i vertici del cavallino ricordano però anche che “Lapo Elkann è fratello del presidente di Fca, John Elkann, e che ha un interesse di partecipazione indiretta, insieme ad altri membri della famiglia allargata, nella Giovanni Agnelli Sapaz, che detiene la maggioranza di Exor, il più grande azionista di Fca”.

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