Chi non ha mai immaginato una fuga dalla frenesia del quotidiano verso un luogo lontano e isolato, magari all’ombra di una montagna sconosciuta, dove staccarsi dai social e rifugiarsi col partner (o l’amante) senza rendere più conto di orari e scadenze? Se la risposta è positiva, allora Cabin Porn, blog su Tumblr, pagina Instagram e da oggi libro fotografico, è la miniera di immagini da sogno e indirizzi veri che fa per voi. Nessuna pretesa osé come titolo suggerisce. Cabin ha un significato letterale di capanna, baita, chalet. Porn invece richiama una rara accezione più anglosassone del sostantivo legata a un pensiero, un desiderio eccessivo e irresistibile da soddisfare. Qualcosa che sta tra la ricerca di un rapporto intimo con la natura come in Walden – La vita nei boschi di Henry David Thoreau, e quella sensazione più prosaica che assale ogni lavoratore a fine giornata e che si insinua come un sogno di pace sensoriale irraggiungibile: il sottotitolo infatti è “ispirazione per un vostro spazio di quiete, ovunque”.
Creato da un gruppo di amici che curano 55 acri di foresta nello stato di New York, Cabin Porn ha iniziato la sua presenza online nel 2011 come album per raccogliere ispirazioni e suggerimenti per i progetti di costruzione di piccolissime casupole in legno o pietra proprio da parte dei componenti del gruppo. Nel giro di pochi mesi la collezione di immagini è cresciuta, il sito ha attirato parecchi ammiratori creando presto un pubblico enorme: più di 10 milioni di visitatori unici, 350.000 seguaci su Tumblr. Ora però Zach Klein, il creatore del sito (e co-fondatore di Vimeo) ha deciso di pubblicare un libro cartaceo per le nuove fughe dei lettori/visitatori. Il dato curioso è che spesso i capanni o sono diroccati e da risistemare, oppure vengono costruiti del tutto da zero. La filosofia di fondo rimane sempre quella dell’invito a rallentare e creare un posto tranquillo da qualche parte nel mondo, rispettando un’impostazione naturale idilliaca, e un’architettura e degli interni accoglienti.
Le foto provengono da ogni parte del mondo, anche se a farla da padrone rimangono gli Stati Uniti. Tra i migliori e più suggestivi scatti ci sono gli antichi capanni in legno modello “trapper” del west americano, le casupole da pescatori del Nord Europa con tetto scuro e assi alle pareti chiare, ma anche baracche che richiamano il Medioevo dall’Europa dell’Est (cercate la Magic Cabin in Bosnia), o ancora le linee ipermoderne in angoli della California e del Nevada, o baite sull’acqua di un lago come la Boathouse sull’Obersee in Baviera. Non tantissimi gli scatti nel Belpaese, nonostante la presenza di luoghi isolati e suggestivi che rimangono tali anche dopo essere stati scoperti come i paesini più sperduti della Valle Maira, in Piemonte, dopo il film di Giorgio Diritti, Il vento fa il suo giro.
Sul sito di Cabin Porn appare una casetta di pietra sulle Alpi di Pianlino a Montesinaro in provincia di Biella, uno sgangherato cabinotto in legno vicino alla costa a pochi chilometri da Venezia, ma ci sono anche sontuosi esempi di baite in Val Brembana o in Valle Spluga, una casetta sull’albero nel parco Nazionale del Gran Paradiso e un rifugio in legno arroccato su una montagna nelle Alpi al confine tra Slovenia e Italia che si sta costruendo in questi mesi. Si tratta del Bivacco Luca Vuerich, una “cabin porn” che rende omaggio all’alpinista omonimo morto in una valanga nel 2010. Gli alpinisti potranno rifugiarsi lì gratuitamente, solo se riusciranno a scalare i 2531 metri della cima su cui è costruito.