Aria di tempesta intorno al Circolo della Stampa di Milano, prestigiosa istituzione del sindacato lombardo dei giornalisti con quasi 70 anni di attività. Tutta colpa di quasi 1 milione di euro di debiti che non appartengono però all’associazione, bensì alla Centro di servizi congressuali Circolo della Stampa, una società a responsabilità limitata costituita nel 1999 per la gestione commerciale delle sale prima di Palazzo Serbelloni e, dal 2011, di Palazzo Bocconi, due immobili storici in pieno centro di Milano. Oltre alla gestione delle sale, in capo alla Srl sono tutte le attività commerciali, i rapporti di lavoro con i sette dipendenti e i contratti con i fornitori. È la Srl, insomma, che ha da 16 anni in mano la cassa, grazie all’affitto delle sale per le manifestazioni a pagamento, che fruttano circa 800mila euro l’anno. Mentre al Circolo della Stampa sono rimaste le attività culturali, i dibattiti, gli incontri, le rassegne di musica e di cinema, e nell’ultimo anno anche l’organizzazione di corsi di formazione promossi dall’Ordine dei giornalisti.
Le difficoltà finanziarie della Centro servizi congressuali sono iniziate dopo il cambio di sede, quando il Circolo sotto sfratto ha dovuto lasciare la sua sede storica, trovando “casa” poco distante, nel palazzo di proprietà dell’Istituto Javotte Bocconi Manca di Villahermosa – Associazione “Amici della Bocconi”, ovvero la Fondazione dell’Università Bocconi presieduta da Luigi Guatri. Al caro prezzo di un affitto annuo di oltre 400mila euro, cioè il doppio rispetto al canone precedente. Senza contare le centinaia di migliaia di euro spesi per i lavori di adeguamento. Naturale che siano iniziati i guai di cui i bilanci sono fedeli narratori: nel 2011 i conti hanno chiuso con una perdita di 49.790 euro, che nel 2013 era quasi triplicata a 148.341 euro, al punto che il bilancio, presentato in forte ritardo a dicembre dello scorso anno, non è stato approvato mentre la srl è stata posta in liquidazione il 19 maggio 2015 dai due soci: l’Associazione lombarda dei giornalisti, da febbraio scorso presieduta da Paolo Perucchini, che ha una maggioranza del 54,1%, e il Circolo della Stampa di Milano, da fine 2012 guidato da Daniela Stigliano con il 45,9% del capitale.
Non solo. I due soci hanno anche sottoposto a revisione tutti i conti dal 2009 in poi, per verificare l’andamento reale di entrate e uscite e capire come venirne fuori, affidando l’incarico allo Studio associato Giancaspero&Carlucci che in un documento spiega nel dettaglio la situazione evidenziando in particolare quattro elementi. Prima di tutto, la “sostanziale stabilità del fatturato“, intorno agli 800mila euro. Quindi, il “notevole incremento dei canoni di locazione che risultano raddoppiarsi rispetto al precedente immobile” e il “progressivo incremento delle immobilizzazioni immateriali“, dovuto alla “capitalizzazione dei costi e degli investimenti effettuati sull’immobile”, che a fine 2014 risultavano superiori a 400mila euro. Infine, l’aumento dei debiti che, “stante l’incapacità della gestione aziendale di produrre flussi di cassa adeguati”, a fine 2014 ammontavano a 817mila euro, di cui oltre 600mila con la Fondazione Bocconi e 100mila di finanziamento “fruttifero di interessi”, concesso nel 2012 dal socio Associazione lombarda dei giornalisti.
I dati contabili suggeriscono invece, a parere del revisore, di “prevedere adeguati stanziamenti, oggi assenti, per la svalutazione dei crediti verso clienti” che sono riportati nei bilanci. In particolare, risulterebbero 95mila euro negli esercizi 2011 e 2012 “non supportati da documentazione probatoria” e altri 51mila “di difficile esigibilità”. Senza contare che risulta “l’omesso versamento nei termini” dell’Iva, con la conseguenza che si dovrebbero accantonare fondi per le sanzioni. Anche senza questi stanziamenti, sottolinea il revisore, il 2014 sulla base di una valutazione sui conti chiuderebbe con un rosso di 207mila euro.
In queste condizioni, con una situazione finanziaria che avrebbe obbligato i soci a ricapitalizzare la Società di servizi congressuali, la messa in liquidazione era un passo obbligato. E infatti la decisione è stata presa all’unanimità. Mentre i rappresentanti di Lombarda e Circolo si sono divisi sul nome del liquidatore, Alberto Arrigoni, proposto e approvato dal solo presidente del sindacato lombardo Perucchini. Con il no del presidente del Circolo, secondo il quale “la responsabilità della situazione di dissesto della società è dovuta alla gestione di questo Consiglio di Amministrazione“. Il riferimento è al fatto che Arrigoni, commercialista milanese con lunga esperienza, dal 2009 al 2015 è stato per due mandati consecutivi anche presidente del consiglio di amministrazione della società in liquidazione, affiancato esponenti sindacali come consiglieri, Edmondo Rho (fino alle dimissioni nel settembre 2014) e Massimo Arturo Alberizzi (fino alla messa in liquidazione).
Come fare per andare avanti? Qualche suggerimento operativo lo fornisce ancora il revisore, che indica tre criticità. A partire dall’entità dell’affitto di Palazzo Bocconi, “che ha influito in maniera predominante sulla formazione dell’attuale deficit”. Inoltre, la politica commerciale di alcune delle attività svolte dalla Società di servizi meriterebbero, secondo il revisore, una riflessione. E anche l’occupazione gratuita delle sale da parte del Circolo della stampa e della Lombarda provoca “una perdita strutturale” ed è pure “censurabile dal punto di vista fiscale” per omessa fatturazione di ricavi. Ai due soci potrebbero insomma essere attribuite responsabilità per il deficit della società. Anche per questo, il consiglio dello Studio Giancaspero&Carlucci è di tornare alla situazione pre-1999, quando attività culturali e commerciali erano entrambe svolte dal Circolo della Stampa.
Il nodo cruciale resta però rinegoziare il contratto di affitto con la Fondazione Bocconi per ottenere condizioni migliori e sostenibili dal giro di affari della Società di servizi, cioè un canone di affitto non superiore a 200mila euro a fatturato costante, concordando nello stesso tempo un rientro graduale dal debito pregresso. Ed è appunto questo, secondo quanto avrebbe riferito il presidente Perucchini al Consiglio direttivo dell’Alg, la strada che si sta provando a percorrere. A differenza di quanto consigliato dallo Studio Giancaspero&Carlucci però, l’idea sarebbe di costituire una nuova società, in modo da ripartire senza il fardello di ingenti debiti. E di affidare le attività commerciali a un professionista del settore congressuale e dell’organizzazione di eventi. Il presidente della Lombarda lo avrebbe individuato in Casto Jannotta, imprenditore alberghiero che è anche presidente del Centro congressi Giovanni XXIII di Bergamo, di proprietà della Diocesi cittadina come l’Eco di Bergamo, il quotidiano dove lavora il presidente della Lombarda.
La Fondazione di Guatri non ha comunque ancora dato una risposta definitiva. E ogni successiva decisione sembra al momento sospesa. Anche in caso di successo della rinegoziazione con la Bocconi, resta poi da capire che cosa accadrebbe agli altri creditori della Centro di servizi congressuali Circolo della Stampa srl. A partire proprio dal sindacato lombardo, con i 100mila euro di prestito concesso e i 150mila di fidejussione prestata dalla sua Immobiliare Circolo della Stampa srl, un’altra delle società della galassia Alg, che la controlla al 95%, con il Circolo della Stampa di Milano al 5 per cento. Soldi che nessuno sembra voler perdere.