La copertina di novembre del mensile di moda Marie Claire non è passata inosservata. Sul web si è scatenata l’ennesima polemica sull’eccessiva magrezza delle modelle e sul messaggio pericoloso che i media possono veicolare. A difendere la copertina in question, la direttrice del magazine sotto accusa Antonella Antonelli , la quale affida al sito del giornale questa lettera. Se non bastasse già l’immagine a lasciar perplesse, si aggiungono le parole di una direttrice che parla di “sana 38“, riferendosi alla protagonista della cover, e di formosità riferendosi a un’altra indossatrice del mese precedente.
Tra i dibattiti che non sono passati inosservati, c’è stato il botta e risposta tra Michela Murgia, scrittrice, e Alessandra Serra che affida all’Unità un pezzo nel quale difende la fisicità della modella con argomenti deboli, sfociando in un attacco alla fisicità della Murgia. L’articolo della Serra si conclude con”penso alle ragazze magre e insicure di oggi che hanno visto quel post di Michela Murgia, e dico a loro, fregatevene, tutta invidia.”
Sono anni che si cerca una regolamentazione del fashion system che preveda la tutela alla salute delle ragazze che ci lavorano. Non è una questione di invidia come parla la Serra, ma di salute. Nel frattempo ieri sera durante la trasmissione di Nadia Toffa “Open Space” è andato in onda un servizio denuncia sull’ambiente della moda in cui una ragazza si è messa in gioco andando nelle agenzie più famose milanesi per capire se le sue misure fossero idonee all’attività di modella. Da una di queste agenzie, il suo corpo esile è stato definito “grasso” a causa dei suoi 91 cm di bacino. Un’altra ha consigliato alla giovane di dimagrire mangiando una mela al giorno. In studio, un medico che ha rivelato che la fisicità della ragazza che si è prestata al servizio in onda evidenziava già un sottopeso evidente e che non avrebbe potuto prescriverle una dieta dimagrante in quanto il suo corpo avrebbe sofferto.
Ribadendo che non tutte le fisicità magre fortunatamente soffrono di disturbi alimentari, bisogna sottolineare che altri tipi di costituzione, per rientrare in determinati canoni imposti, devono fare sacrifici enormi che spesso si rivelano pericolosi per la salute. Molti i commenti lasciati nel web in quella che potremmo chiamare “l’inutile guerra delle 38 vs 48“: non è un problema di taglia, ma di proporzioni. Una sana 38 esiste, se il rapporto tra altezza e peso non evidenzia un sottopeso evidente. Quando si parla di salute le fazioni a difesa della taglia non serve, in gioco mettiamoci il buon senso.