Sarà il bel tacer scritto dagli scrittori italiani, sarà che la memoria è corta come una coperta, sarà che l’Italia è anche (troppo spesso) questo (difendere la libertà dell’amico per un favore dell’amico…) o sarà quell’Italia che fa la la resistenza solo con la pelle di chi è morto 70 anni fa, ma ignorare il processo a Erri De Luca, qualunque sia la sentenza, è un po’ come tacere e legarsi le mani da soli. Perché se alle parole (di censura) seguono i fatti, al silenzio (connivente) segue la colpa.