“Concussione per induzione”. E’ questa la nuova accusa a carico di Mario Mantovani, ex vicegovernatore della Lombardia per Forza Italia, in carcere dal 13 ottobre assieme al suo braccio destro Giacomo Di Capua e ad Angelo Bianchi, dirigente del Provveditorato opere pubbliche in Lombardia. Nel corso dell’interrogatorio fiume, avvenuto oggi pomeriggio nel carcere milanese di San Vittore, il Pubblico ministero Giovanni Polizzi ha comunicato all’indagato il nuovo capo d’imputazione, in relazione alla gara per il trasporto dei dializzati, uno dei capi d’imputazione che tocca anche l’assessore regionale leghista Massimo Garavaglia. Secondo la Procura, Mantovani ha indotto il capo dell’Asl Milano 1, Giorgio Scivoletto (pure lui indagato) a commettere turbativa d’asta, rendendosi responsabile della condotta punita dall’articolo 319 quater del codice penale, per l’appunto “concussione per induzione”. Finora, sulla gara per il trasporto dializzati, al politico berlusconiano era stata contestata solo la turbativa d’asta.

Secondo le ricostruzioni della pubblica accusa Mantovani telefonò a Scivoletto, convocandolo e ordinandogli di risolvere la questione. Ossia la gara per il trasporto dei dializzati, dalla quale erano rimaste tagliate fuori alcune associazioni che hanno sede nell’Altomilanese, cioè nel bacino elettorale dell’ex vicegovernatore e del braccio destro di Roberto Maroni, l’assessore Garavaglia, indagato per turbativa d’asta. E di risolverla in favore delle Croci ‘amiche’, fra le quali la ‘Azzurra Ticinia’. Scivoletto del resto, nel corso della telefonata, rassicurò Mantovani confidandogli di avere già in mente cosa fare per “mandare ‘a buca’ la gara”. Cosa poi avvenuta, con una motivazione formale che gli inquirenti reputano del tutto pretestuosa. Tanto che la stessa venne considerata valida a tutti gli effetti dalla Asl città di Milano, il cui direttore generale, Walter Locatelli, diede seguito a quanto emerso dagli esiti regolari della citata gara.

Questa nuova accusa di concussione, contestata oggi nel corso dell’interrogatorio e inaspettata per Mantovani, complica la già critica situazione del politico. Anche perché il presunto concusso, Scivoletto, aveva già dato ampia prova di essere sensibile ai desiderata dell’allora vicegovernatore. Non solo eseguendo i suoi ordini ma anche mostrando una reverenza, per certi aspetti imbarazzante, manifestata con decine di sms, di cui questo rappresenta l’apoteosi: “Una bella emozione vedere le foto del tuo libro. Riconoscere tantissimi momenti trascorsi al tuo fianco, ritrovarmi in alcune foto e vedere attraverso le innumerevoli opere che hai fatto, a testimonianza perenne, di quanto ami la tua città e le attività di cui ti occupi. I ricordi sono indelebili nel cuore ma vederli in alcuni scorci di immagini ne ravviva il candore e la gioia. Grazie e buona giornata, maestro di vita e amico mio”.

Al “mastro di vita”, per dirla con le parole del capo dell’Asl Milano 1, il pm Polizzi ha contestato oggi nel corso dell’interrogatorio anche le due questioni dell’inchiesta parallela, di cui ilfattoquotidiano.it ha dato notizia nei giorni scorsi: la costruzione della casa di riposo e la compravendita di palazzo Taverna, avvenute entrambe ad Arconate. Per la Procura Mantovani, nel ruolo di sindaco, avrebbe favorito se stesso, procurando ingenti danni economici ai suoi concittadini.

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