I suoi legali hanno inoltre annunciato che rinunceranno al ricorso in Cassazione nel procedimento sulle cure mediante cellule staminali in cui aveva patteggiato la pena di un anno e dieci mesi
Davide Vannoni prosciolto nel processo per tentata truffa ai danni della Regione Piemonte. Il giudice Roberto Arata ha dichiarato il reato estinto per prescrizione. L’ideatore del metodo Stamina era stato rinviato a giudizio nel febbraio del 2014. Secondo il pm Giancarlo Avenati Bassi, nel 2007 Vannoni aveva tentato di ottenere un finanziamento di 500mila euro dalla Regione allora guidata da Mercedes Bresso per realizzare un laboratorio legato all’utilizzo delle cellule staminali.
La somma fu stanziata all’Associazione di medicina rigenerativa Onlus con una delibera ad hoc della giunta. Il finanziamento fu poi bloccato nell’aprile del 2008 per l’intervento dell’assessore alla ricerca, Andrea Bairati, dopo una segnalazione di una ex collaboratrice di Vannoni. Nel luglio 2015, l’accusa aveva chiesto una pena a due anni di reclusione e il pm Bassi aveva definito Vannoni “un genio, ma questo non vuol dire che non sia un criminale”.
Il fondatore di Stamina foundation oggi non era in aula ma ha commentato la sentenza all’agenzia AdnKronos: “Era un processo costruito sul nulla. E quindi speravo in un’assoluzione completa, non certo nella prescrizione. La questione francamente non mi interessa, mi sto occupando di altro. Non sono per nulla preoccupato della questione”.
I suoi legali, Liborio Cataliotti e Pasquale Scrivo, hanno inoltre annunciato che Vannoni rinuncerà al ricorso in Cassazione nel procedimento sulle cure mediante cellule staminali, in cui aveva patteggiato un anno e dieci mesi di pena. Si tratta del filone principale del processo in cui veniva contestata la validità scientifica del trattamento Stamina. “E’ la prova – hanno commentato gli avvocati – che per lui si tratta di un capitolo concluso e che l’esperienza del metodo Stamina in Italia è finita. Si tratta di una vicenda che lascia ancora molte ferite aperte, ma su cui dovrà giudicare la storia”.