Finalmente ci sono arrivato, come ho fatto a non rendermene conto da prima? Eppure non sono più un ragazzino: a noi italiani, giustamente, i soldi ci fanno schifo, fatta qualche debita e deplorevole eccezione, roba di poche migliaia di persone. Ma sì, è così chiaro, e d’altra parte non c’è un’altra spiegazione.

Non è per ripetermi, ma sempre il solito noioso signor Goethe affermava in quell’inutile libro che è il suo diario del Viaggio in Italia: “In ogni posto del mondo le bellezze te le devi andare a cercare, qui (in Italia) ti cascano addosso”. Cosa avrà voluto dire? Forse che ce ne sono talmente tante che come ti muovi a ogni angolo ne trovi una? Ma no, non ha senso. La verità, è che lui intendeva che cascano fisicamente, nel vero senso della parola, basta guardarsi attorno per capire che era vero allora ed è vero anche oggi.

Ma vivaddio! Che ce ne facciamo di tutta questa robaccia vecchia? Mica siamo come i francesi che hanno sì e no un decimo delle nostre risorse storico-culturali e sono al terzo posto al mondo per fatturato nel turismo. Eh sì, erano al primo qualche anno fa, lo sono ancora per numero di arrivi, ma per fatturato al terzo. E ora chi c’è al primo? Ma gli Usa naturalmente, che hanno sì e no 200 anni di storia, rispetto ai nostri 3000 e passa. Ma, un momento, e al secondo chi c’è? La Spagna? Ma no, ci deve essere un errore, erano in crisi nera…come dice? Ah, hanno utilizzato al meglio i finanziamenti europei, soprattutto nelle infrastrutture di collegamento? Capisco, ma non potevano utilizzarli in modo più divertente come abbiamo fatto noi per decenni, distribuendoseli tra politici e presentando migliaia di progettini inutili a pioggia regolarmente bocciati, piuttosto che fare una strategia unitaria di sviluppo turistico? Bah, fatti loro.

turismo classifica

E noi dove siamo? Dunque, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, nel 2014 noi siamo al settimo posto per fatturato (tra noi e la Francia ci sono Cina, Macao (sempre Cina è) e Regno Unito (ma come? Ci piove un giorno sì e l’altro pure!), mentre per arrivi siamo al quinto, dopo Francia, Usa, Spagna e Cina. Non è una consolazione il quinto posto rispetto al settimo: significa che se è vero che aumentano gli arrivi è altrettanto vero che i turisti spendono di meno che da altre parti. E poi dove va tutto ‘sto flusso di gente? Beh, il 50% o giù di lì si ferma a Roma, Milano, Firenze e Venezia. Ah, meno male, temevo che fossero invogliati ad andare a vedere tutti quegli altri posti brutti che abbiamo in Italia, tipo le Langhe, il Salento, il Cilento, Il Friuli, per non parlare di quei postacci con storia pre-romana di cui non frega nulla a nessuno, come la Tuscia e l’Abruzzo sannitico o la Magna Grecia. Come? No signore, non dicevo che se stamo a magnà la Grecia perché ormai è alla frutta, mi riferivo a quella parte dell’Italia colonizzata dalla Grecia, come la Calabria e la Sicilia, che, ben prima di Roma, diventarono più importanti della madrepatria, appunto.

Turismo? Ma non siamo ridicoli! Un paese come l’Italia, pieno di altre risorse importanti come materie prime, energia che possiamo addirittura vendere agli altri paesi, grandi industrie pesanti, alta tecnologia e, soprattutto, uno Stato finanziariamente solidissimo, che si mette a perdere tempo col turismo, e per di più quello che, pensate un po’, dovrebbe basarsi sulla storia, sulle bellezze naturali protette e ben conservate, sul patrimonio artistico, ma vi rendete conto? Facciamo invece un bel referendum per promuovere un nuovo condono edilizio e istituzionalizziamo una sana strategia di abusivismo edilizio per riempire finalmente quei brutti tratti di costa ancora senza villette o palazzi lasciati a metà con i ferri dei pilastri bene in vista.

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