L’Inter si è giocata l’all-in. Andando in profondità nel bilancio dei nerazzurri chiuso il 30 giugno scorso e approvato lunedì dall’assemblea dei soci, la netta sensazione è che la società guidata da Erick Thohir abbia davanti a sé un’unica strada per mettere in equilibrio i conti del club: qualificarsi per la Champions League garantendosi 40/50 milioni di ricavi. E non è affatto detto che bastino. Il bilancio della sola Fc Internazionale Spa 2014/15 si è chiuso con una perdita di 74,4 milioni di euro, mentre i conti dell’intero gruppo evidenziano un rosso di 140 milioni. Un dato ampiamente oltre la perdita massima di 30 milioni di euro che l’Uefa concederà nel prossimo bilancio ai nerazzurri secondo i parametri del Fair Play Finanziario per non far scattare la sanzione da 7 milioni.
Vero è che il dato al 30 giugno 2015 è appesantito da 41 milioni di “oneri non ricorrenti connessi” ad accantonamenti per “oneri futuri e svalutazioni apportate a diritti pluriennali”. Tradotto: anticipazione degli stipendi di Walter Mazzarri, le svalutazioni di Taider e Hernanes, Vidic finito fuori dal progetto tecnico, rischio contenzioso per la cessione di Alvarez, senza i quali il rosso della Fc Internazionale Spa sarebbe stato di 45 milioni. Ma resta dall’altra un dividendo “in natura” – quindi non liquido – da 78,8 milioni arrivato dalla controllata Inter Brand, senza il quale la perdita sarebbe stata di 154 milioni di euro. A proposito della cedola, a pagina 35 del documento contabile si legge: “Tali componenti, nella metodologia di valutazione delle partecipazioni con il metodo del Patrimonio Netto, non vengono considerate in quanto non realizzate. Conseguentemente il bilancio consolidato al 30 giugno 2015 presenta un deficit patrimoniale di 137 milioni di euro ed una perdita consolidata di 140,4 milioni”. Ed è questo che interessa a Figc e Uefa.
Il magnate indonesiano sembra comunque credere nella stabilizzazione dei conti. Al punto che, si legge ancora nel documento, “alla luce dei flussi economico-finanziari futuri previsti”, la società ritiene “non probabile il rischio di mancato rispetto dei requisiti fissati” e pertanto ha deciso di non accantonare “nessun ulteriore importo nel bilancio al 30 giugno 2015 in relazioni alle potenziali sanzioni future”. Thohir conta quindi di trovare la chiave per chiudere il prossimo esercizio con una perdita inferiore ai 30 milioni così da evitare la multa dell’Uefa. Anche se i revisori dei conti – dando atto “degli interventi di sostegno finanziario” effettuati e promessi dal magnate indonesiano per permettere di continuare a utilizzare il presupposto della continuità aziendale – richiamano l’attenzione sulle “significative perdite con correlato rilevante assorbimento di liquidità”.
Da dove arriva il dividendo? – Come e perché Internazionale Spa riceva quel dividendo da Inter Brand lo si evince leggendo il verbale dell’assemblea dei soci della stessa Inter Brand dell’ottobre 2014, quando la controllata decide la destinazione dell’utile di esercizio di 82,8 milioni di euro. Di questi, 78,7 milioni finiscono “a distribuzione dividendi in natura all’unico socio mediante cessione al medesimo di crediti vantati” da Inter Brand “nei confronti di FC Internazionale Milano Spa”: 70 milioni “per finanziamento intercompany” e 8,7 milioni per “conguaglio relativamente ai conferimenti operati in Inter Media and Communication”, altra controllata dell’Internazionale Spa dove confluiscono le sponsorizzazioni di Nike, Pirelli e Infront.
Thohir: oltre 100 milioni di finanziamenti – A ciò bisogna aggiungere che nelle casse nerazzurre sono transitate nella scorsa primavera due nuove tranche di finanziamento dello stesso Thohir tramite la International Sports Capital, che controlla il 70% dell’Inter. Non un versamento in conto capitale, ma un prestito a tassi molto alti. Come era già successo a maggio, giugno e dicembre 2014. Ricapitolando: il club ha ricevuto a marzo e aprile un finanziamento soci di 76,6 milioni con durata 5 anni che si aggiunge ai tre precedenti per un totale di 103,7 milioni di finanziamenti che “maturano interessi – si legge nel bilancio – ad un tasso compreso tra l’8% e il 9.5%”. I prestiti hanno finora fruttato 4,2 milioni a Thohir e soci.
Il potenziale peso del mercato – Da registrare anche che l’Inter ha potenzialmente 52 milioni di impegni futuri sul mercato, relativamente a giocatori arrivati in estate. In alcuni casi si tratta di rate di giocatori acquistati a titolo definitivo, per altri esiste l’obbligo di riscatto a determinate condizioni. Il club dovrà versare 6 milioni al Barcellona se Martin Montoya, finora scarsamente utilizzato, scenderà in campo in un terzo delle partite ufficiali di quest’anno per almeno 30 minuti. Mentre per Jovetic e Miranda se ne riparlerà nel 2016/17 e per quanto riguarda Ljajic e Telles l’Inter potrà decidere se tenerli o meno. Toccherà a loro guadagnarsi la conferma. Ma che giochino bene è interesse principalmente del club. Perché con la maxi-rata del finanziamento di Goldman Sachs e Unicredit, pari a 184 milioni da restituire entro il primo luglio 2019, la Champions è vitale per la sopravvivenza dell’Inter.