Rito abbreviato con altre 4 persone per l'ex dirigente della municipalizzata dei rifiuti. All’udienza, davanti al gup Anna Criscuolo, non sarà presente il sindaco dimissionario, che il 12 ottobre aveva firmato l'atto di costituzione di parte civile per il Comune di Roma. Tra una settimana sarà la volta dell'ex responsabile per le Politiche della casa. Il procedimento principale avrà inizio il 5 novembre
E’ fissato per martedì mattina nel tribunale di piazzale Clodio, a Roma, il primo processo per Mafia Capitale. Si tratta del procedimento con rito abbreviato che vede imputato l’ex dg di Ama, Giovanni Fiscon, accusato di corruzione nell’inchiesta di Mondo di mezzo ed altre quattro persone. All’udienza, davanti al gup Anna Criscuolo, non sarà presente il sindaco dimissionario Ignazio Marino che il 12 ottobre aveva firmato l’atto di costituzione di parte civile per il Comune di Roma: il Campidoglio ha fatto sapere in serata che il primo cittadino non prenderà parte all’udienza, nonostante il fatto che in un comunicato diramato il giorno delle dimissioni avesse “espresso la sua ferma intenzione” di parteciparvi in veste di sindaco.
Oltre a Fiscon, andranno a processo anche Emanuela Salvatori (ex responsabile del coordinamento per i nomadi), Emilio Gammuto (collaboratore di Salvatore Buzzi, braccio economico e operativo del sodalizio capeggiato da Massimo Carminati), Raffaele Bracci e Fabio Gaudenzi, uomini vicini all’ex Nar.
Le “attenzioni” sulla municipalizzata dell’immondizia da parte del clan di Carminati e Buzzi rappresenta uno dei filoni più corposi dell’inchiesta che ha terremotato i palazzi della politica capitolina. Pressioni e corruzione dei funzionari pubblici per poter aggiudicarsi ricchissimi appalti in tema di smaltimento dei rifiuti.
Tra una settimana, il 26 ottobre, andrà alla sbarra per il secondo processo con rito abbreviato l’ex assessore comunale di Roma, Daniele Ozzimo. L’ex responsabile per le Politiche della casa ha chiesto di essere giudicato con il rito alternativo davanti al gup Alessandra Boffi assieme ad altre quattro persone: il consigliere comunale di Centro Democratico, Massimo Caprari, Gerardo e Tommaso Addeo, collaboratori di Luca Odevaine, Paolo Solvi, collaboratore dell’ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone. Nei confronti degli imputati l’accusa della Procura di Roma è di corruzione. Nel procedimento risultano parti offese il Comune di Roma, la Regione Lazio, il Consorzio Calatino ‘Terra d’accoglienzà.
Intanto, mentre ha inizio il processo che dovrà fare luce sul più grande scandalo che ha travolto il Campidoglio negli ultimi anni, gli avvocati puntano il dito contro i giornalisti che hanno scritto dell’inchiesta della Procura di Roma. I legali difensori degli indagati hanno denunciato con un unico esposto 96 giornalisti (78 cronisti e 18 direttori responsabili) che hanno pubblicato gli atti dell’inchiesta. “Di fronte alle omertà, alle menzogne e alle miserie che hanno scandito i fatti di Mafia Capitale, ad essere denunciati sono i 78 giornalisti che hanno fatto il loro dovere pubblicando atti giudiziari, peraltro non coperti da alcun segreto”, ha detto il vicepresidente della commissione Antimafia, Claudio Fava.