A meno di tre anni dall’omicidio della fidanzata, Oscar Pistorius è stato scarcerato. L’atleta paralimpico sudafricano, infatti, finirà di scontare la pena per omicidio colposo ai domiciliari, a casa dello zio. Il 14 febbraio del 2013, giorno di San Valentino quando, Pistorius uccise a colpi di pistola la compagna Reeva Steenkamp. Il 29enne ha sempre sostenuto di aver scambiato la compagna per un ladro che si era introdotto nella sua casa a Pretoria. Per i parenti della vittima e per l’accusa, l’omicidio, invece, fu volontario.
Nel primo grado del processo i giudici hanno accolto la tesi difensiva e hanno condannato l’atleta a 5 anni per omicidio colposo. Secondo la legge sudafricana, i domiciliari scattano a un sesto della pena di cinque anni, 10 mesi nel caso di Pistorius che quindi sarebbero scaduti lo scorso 21 agosto. Tuttavia, due giorni prima il ministro della Giustizia sudafricano, Michael Masutha, bloccò il provvedimento sostenendo che quando era stata presa la decisione a giugno erano passati solo otto mesi e quindi il termine di un minimo di un sesto non era stato rispettato.
Adesso, il Parole Review Board, l’organismo che in Sudafrica si occupa di scarcerazioni anticipate e condizionali, ha acconsentito alla scarcerazione e Pistorius ha potuto “trasferirsi” a casa dello zio; a confermarlo è stato il suo avvocato, Brian Webber. Secondo i familiari di Reeva, i mesi trascorsi in carcere da Pistorius non sono abbastanza. Ma la vicenda giudiziaria non è finita: il 3 novembre, infatti, inizierà il processo d’appello dove c’è la possibilità di un rovesciamento delle conclusioni e una condanna per l’atleta, più pesante rispetto a quella attuale.
Pistorius, prima dell’omicidio della fidanzata, era diventato famoso per la sua carriera nell’atletica, nonostante l’amputazione di entrambe le gambe. Dopo aver vinto quattro titoli alle paralimpiadi, è stato il primo atleta amputato a conquistare una medaglia in una competizione per normodotati grazie all’argento nella staffetta 4×400 ai mondiali di Daegu del 2011.