Mancano almeno 3 anni all’arrivo della Apple Car o iCar o progetto Titan, se preferite, ma per quando debutterà sul mercato le voci, più o meno confermate, sul suo conto saranno già così tante da poter scriverci un libro (nell’immagine in alto, una ricostruzione). L’ultima in ordine di tempo, riportata dalla Reuters, è quella che riguarda il “furto” di ingegneri perpetrato ai danni della Mission Motors, una piccola azienda americana che produce motociclette elettriche. Furto, nel senso che Apple ha offerto a queste persone un compenso più alto e la possibilità di lavorare in quella che forse è la migliore impresa del mondo. Visto che negli Stati Uniti c’è il libero mercato, è tutto regolare, se non fosse che, dopo aver perso i suoi uomini migliori – nella misura di 8 su 35 – la Mission Motors rischia la chiusura, perché la già normalmente difficile raccolta fondi è diventata quasi impossibile ora che questi se ne sono andati, portando con loro le proprie capacità.
Ma c’è anche un altro aspetto che rende la Apple antipatica a tante aziende, californiane e non, cioè il suo “vizio” di accaparrarsi le menti più talentuose che ci lavorano. Nello scorso febbraio, per esempio, la A123 System, un’impresa americana specializzata in batterie per auto, ha visto andare via con destinazione Cupertino alcuni dei suoi ingegneri “top”, che hanno lasciato a metà dei progetti chiave. In quella occasione, il numero uno della A123 System Jason Forcier aveva detto che in 25 anni di carriera non si era mai trovato di fronte a una “caccia agli ingegneri” di questa portata. Elon Musk, invece, è stato molto meno elegante. Il numero uno di Tesla Motors qualche settimana fa ha dichiarato che Apple non lo spaventa e che gli ingegneri che da Palo Alto vanno a Cupertino lo fanno solo perché non sono all’altezza.
Ad ogni modo, l’amministratore delegato della Mission Motors Derek Kaufman è rimasto alquanto amareggiato da questa situazione e ha sottolineato che Apple non ha mai pensato di comprare l’azienda da lui diretta, bensì ha preferito “spolparla”. Il commento di Kaufman fa riferimento a una abitudine piuttosto consolidata in Apple, anzi per certi versi addirittura fondante, cioè quella di acquisire aziende più piccole che abbiano prodotti brillanti e di integrare poi il loro lavoro nei propri prodotti. NeXT – l’impresa fondata da Steve Jobs nel suo periodo lontano da Apple – e Siri (quella dell’omonimo assistente vocale) sono solo le più famose, ma senza la FingerWorks, specializzata negli schermi multi-touch, lo stesso iPhone non sarebbe mai esistito. La Apple acquisisce una nuova azienda più o meno una volta al mese, ma la Mission Motors non è entrata nel suo “universo”.