Due settimane senza dati d’ascolto come prima del 1986. Uno strano fenomeno spazio-temporale. E come sarà la televisione italiana del 2045?
Riccardo Marra
21 ottobre 2015, Marty e Doc arrivano magicamente nel futuro futurissimo di automobili che volano, vestiti che s’auto-asciugano ed effetti 3D. Così Zemeckis immaginò il 2015 dal lontano 1985. Uno strano anniversario che, oggi, dà un assist perfetto per parlare di quel che accade in queste ore alla Tv. Il black out dell’Auditel ha restituito interesse sui contenuti, togliendolo alle strategie, ha spento polemiche preventive e aziendali. Nessuna sovrapposizione o sfruttamento dei neri degli altri, percentuali di share messe da parte e milioni di teste non più davanti alla tv, ma magari dal parrucchiere. Tutto molto bello? Un ritorno al futuro (Auditel iniziò a rilevare nell’86) che potrebbe piacerci? O forse no? Ecco. Dipende. Perché il problema della Televisione italiana è, al solito, che è… italiana. E che amplifica, trasborda, esagera sempre. E così un dato d’ascolto diviene incoronazione o condanna, plauso fragoroso o sonante pernacchia. Niente di quel che dovrebbe essere: analisi mirata dei programmi e di come i suoi numeri possano indicare di migliorarli o valorizzarli. E come sarà la tv del 2045? Senza dibattito o con una discussione seria? Salgo sulla DeLorean e vi dico.
Davide Venturi
Certo, grande occasione per chi lavora in tv di ripensare al proprio prodotto, ma anche pausa di riflessione utile al progresso della raccolta dati per chi rileva il numero di spettatori davanti allo schermo. Ma per l’Auditel, questo strano progresso è la ragione stessa del black out: pausa di due settimana per allargare il campione su cui poggiano le curve di share ed il bacino di milioni di spettatori. La DeLorean, ritornando dal futuro, assorbe conoscenza e utilizza immondizia al posto della benzina come carburante, l’Auditel preferisce lasciare ogni senso di progresso al lontano miraggio, la cui semplice visione deve essere spedita in soffitta…Metti mai che qualcuno si faccia strane idee di rivoluzione! Così va in scena la soluzione all’italiana: meglio riparare la vecchia auto rotta che inventarsi un nuovo modello a (s)passo coi tempi. E se il futuro della Tv vede scritto “Internet” nella sua destinazione spazio-temporale, l’Auditel e gli imprenditori che comprano gli spazi pubblicitari non sembrano essersi accorti che nel mondo web esistono reali contatori di visualizzazione e classifiche chiamate “trend topic”. Nella speranza di una rottamazione del sistema di rilevamento degli spettatori, faccio un appello per mandarlo in pensione: “Imprenditori e pubblicitari di tutto il mondo, unitevi!”