Il corpo di Jackie Sutton rinvenuto la notte del 17 ottobre in una toilette dello scalo. In una dichiarazione ufficiale i parenti confermano la versione delle autorità locali che investigano sul caso
Jackie Sutton si è suicidata e ha agito da sola. I famigliari della giornalista inglese trovata morta la notte del 17 ottobre in un bagno dell’aereoporto di Istanbul si dicono d’accordo con le conclusioni della polizia turca, che finora hanno destato dubbi e sospetti per la dinamica e le circostanze descritte. La donna aveva preso un volo da Londra ed era diretta a Erbil, in Iraq dove era presidente del think tank Iwpr (Institute for War and Peace Reporting). In più, si occupava della condizione femminile nelle donne dell’Isis.
Il suo corpo è stato ritrovato impiccato ai suoi stessi lacci da scarpe da tre passeggere russe. Impossibile ricostruire cosa sia accaduto durante gli ultimi attimi di vita, perché le telecamere a circuito chiuso della toilette erano guaste. Da subito parenti e colleghi della giornalista hanno chiesto un’indagine indipendente sulla sua morte, specie a fronte delle spiegazioni delle autorità turche, secondo cui la donna – ex giornalista della Bbc e collaboratrice delle Nazioni Unite – avrebbe avuto una crisi nervosa dopo avere perso la coincidenza per Erbil. Per raggiungere l’Iraq, aveva spiegato la polizia, avrebbe dovuto comprare un altro biglietto, ma la mancanza di denaro l’avrebbe portata alla disperazione. In realtà Sutton con sé aveva 2300 euro, oltre a “carte di credito e amici che l’avrebbero aiutata”, come ha spiegato a Repubblica Anthony Borden, suo collega in Iraq. Lo stesso Borden, poi, e molti colleghi della cronista erano molto scettici sulla versione della polizia, dato il temperamento “forte e coraggioso” della vittima.
Ma la famiglia – nella prima dichiarazione pubblica rilasciata dopo la morte – spiega che le autorità turche hanno “cooperato” e condiviso tutte le prove relative al caso, “incluse le copie dei filmati delle telecamere a circuito chiuso”. Jenny Sutton, sorella della giornalista deceduta ha inoltre aggiunto: “Eravamo profondamente scettici sui primi risultati emersi dalle indagini. Ma in base alle prove che abbiamo visto, a questo punto crediamo che Jacky abbia agito da sola”. La famiglia e Iwpr attendono comunque che sul caso venga effettuata un’indagine indipendente per confermare le conclusioni della polizia turca.
La famiglia, “per evitare ulteriore stress ai suoi componenti e agli amici di Jackie e data la diffusa speculazione sulle circostanze della morte” precisa tre elementi. Il primo: che le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso “senza apparenti” gap temporali, insieme a foto, dichiarazioni dei testimoni, la visione del corpo da parte di sua sorella e una visita sul posto da parte dell’Iwpr e della famiglia indicano che Jacky era sola e che non c’è stato alcun segno di violenza. Punto secondo: “Jackie aveva due carte di credito e una cifra consistente di denaro con sé, e non c’era alcun segno di furto o di smarrimento di effetti personali”. Infine “a parte oggetti in suo possesso, non ci sono prove che altri oggetti abbiano avuto un ruolo nell’incidente”.