Un nuovo sistema di controllo. Per modificare questo modo di gestire la sanità al fine di proteggere la spesa pubblica e preservare la gratuità delle prestazioni, occorre organizzare un sistema di controllo efficace delle prestazioni cliniche, di laboratorio, radiografiche e chirurgiche incrociandolo con una gestione e conservazione dei dati sanitari certificata posta in mano al cittadino senza interposizione.
Inizialmente la Regione dovrebbe inviare richiesta a tutte le unità operative per sapere:
• quante persone è dotato lo staff?
• quali apparecchiature ha in uso?
• quanti medici visitano in ambulatorio e con quali orari?
• ogni medico ha a disposizione un proprio spazio o gli spazi sono comuni?
• quali dotazioni hanno le sale operatorie?
• la sala operatoria è dedicata alla specialità o condivisa?
• la sala operatoria e l’ambulatorio ha sistemi computerizzati di gestione?
• esiste una comunicazione annuale di tutti gli interventi?
• esiste la possibilità di conoscere il numero delle complicanze, criticità e diagnosi accessorie?
• si ha un’idea del follow up clinico e chirurgico?
In base alle risposte organizzare un sistema di controllo operativo sui pazienti. Va applicato un reale sistema di controllo costituito da Unità Operative di Controllo Regionali (Uocr), una per ogni specialità, con due medici esperti ed un infermiere. Periodicamente si recheranno nelle varie strutture sanitarie a ri-controllare i cittadini-pazienti sottoposti a visite o esami ambulatoriali e/o interventi chirurgici secondo sistemi randomizzati come quelli studiati, eseguiti e pubblicati nel 2003 e 2008 con il Politecnico di Milano.
I cittadini si sentiranno più “protetti” dalle Istituzioni e partecipi in modo diretto della spesa sanitaria e dello sforzo regionale per essere al fianco di chi, suo malgrado, deve utilizzarla. I medici si sentiranno più in dovere di proteggere la loro funzione di cura e non di profitto spesso spinto dal raggiungimento di budget che nulla ha a che vedere con lo stare bene. Questo sistema può innescare una vera efficacia ed efficienza del curare in modo “pulito” fino ad ottenere un risparmio rilevante per la comunità con maggior salute per il cittadino senza necessità di tagli e ridimensionamento della spesa.
I lavori esplicativi del sistema di controllo sui pazienti del 2003 e 2008 sono stati eseguiti per il controllo di pazienti operati di cataratta nell’arco di tre anni (2000, 2001, 2002). Sono stati rivisitati 61 pazienti su un campione totale di 3070 operati (su indicazioni specifiche del Politecnico di Milano) per vedere se avessero avuto o meno una complicanza (cataratta secondaria) che si può ottenere semplicemente contraendo i tempi operatori. Mi spiego meglio la cataratta secondaria spesso è favorita da complicanze oculari e generali ma può anche essere favorita da una “minor perdita di tempo” operatorio per pulire la parte di cristallino naturale che viene lasciata per appoggiare quello artificiale. Insomma risparmio di tempo a danno della salute perché obbliga il cittadino ad un secondo trattamento, oltremodo dispendioso per la comunità, che a sua volta può portare ad ulteriori complicanze. Confrontata la percentuale di cataratta secondaria ottenuta nel centro di riferimento ottenuta con quella regionale si è notato un valore troppo differente: oltre il 15%. Lo stesso lavoro è stato ripetuto con un follow up a lungo termine, nel 2008, ma il rapporto percentuale rimaneva elevato. E’ stato rilevato che nel periodo di riferimento (2000-2002) in Regione Lombardia si sarebbero potuti risparmiare 1.735.325 euro non sottoponendo i pazienti ad un secondo trattamento (Yag Laser capsulotomia) per la correzione della cataratta secondaria rischioso per il cittadino e costoso per la comunità.
Il fascicolo personale. Il paziente al centro della sanità.
Deve essere il cittadino che ad ogni accesso al sistema sanitario “autorizzi”, tramite il rilievo della propria impronta digitale, un sistema modificabile solo in sua presenza o dopo sua autorizzazione, l’apertura di uno spazio virtuale proprio, certificato, non modificabile, se non dal personale sanitario, che si chiude automaticamente alla dimissione ambulatoriale o di ricovero. In questo modo il cittadino porterà con sè il proprio diario della salute. In qualunque posto del mondo dove ci sia un collegamento Internet (associando un Pin all’impronta digitale) si potrà aprire il proprio diario della salute con protezione reale della privacy ma visione completa da parte di chi può essere aiutato nella diagnosi e nella terapia avendo la possibilità di visionare la storia clinica del paziente.
Solo l’applicazione a livello regionale di un nuovo sistema di controllo incrociato ad un sistema di gestione individuale può ricucire il rapporto di fiducia medico-cittadino-istituzione e riportare il ruolo della sanità esclusivamente all’utilizzo dei soldi pubblici per il bene comune.