Altro che via libera assicurato: l’esame della legge di Stabilità è appena iniziato e i dubbi rimangono. Smorzando la ventata di ottimismo di area filogovernativa, il vicepresidente Valdis Dombrovskis durante un incontro ristretto con la stampa a Bruxelles ha messo i puntini sulle i. Mentre il Parlamento ancora attende di vedere il testo della legge, che non è nemmeno arrivata al Quirinale, il lettone ha spiegato che “alcune azioni prese a livello di politica fiscale” dall’Italia “non sono in linea con le raccomandazioni generali” dell’Ue, che a più riprese ha chiesto di spostare il carico fiscale dal lavoro a consumi e proprietà. Dombrovskis del resto già giovedì scorso, mentre a Roma era in corso il consiglio dei ministri, aveva ricordato che le questioni fiscali “sono prerogativa degli Stati, ma la Commissione deve vedere come quelle politiche affrontano gli squilibri macroeconomici e le sfide che i Paesi affrontano”.
L’esecutivo Ue “discuterà” con le autorità italiane sulle ragioni di questa scelta e gli impatti potenziali, ha continuato Dombrovskis, sottolineando come alla Commissione serviranno “diverse settimane” per analizzare le bozze e arrivare a un giudizio definitivo sia sulle manovre (tutti i 28 Paesi devono presentarle lo stesso giorno) sia sulle richieste di flessibilità sul deficit avanzate da parte degli Stati invocando la clausole delle riforme, quella degli investimenti e quella “dei migranti”. In base a quest’ultima Palazzo Chigi e il Tesoro hanno chiesto di poter aumentare l’indebitamento di circa 3,3 miliardi, anche se quei soldi verrebbero poi usati per finanziare interventi che con l’emergenza immigrazione non c’entrano nulla: dall’anticipo al 2016 del taglio dell’Ires all’ampliamento della no tax area per i pensionati.
“Stiamo valutando, quindi non sono in grado di commentare” la legge di Stabilità italiana, ha aggiunto ancora Dombrovskis, ricordando di dover anche “prendere in considerazione le previsioni economiche che saranno rese note il 5 novembre e, basandoci su questi dati, faremo la nostra valutazione del rispetto delle regole di bilancio”.