Il governatore avverte: "Il problema del debito non riguarda solo una regione". E torna a chiedere l'intervento del governo
Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha dato le dimissioni in seguito al giudizio della Corte dei Conti sul bilancio del Piemonte, di cui è governatore. Due giorni fa i magistrati contabili nel giudizio di parificazione hanno certificato che il disavanzo dell’ente è salito a quota 5,8 miliardi e Chiamparino ha chiesto che il governo intervenga perché in caso contrario “non saremo in grado di fare un bilancio”. Giovedì l’annuncio delle dimissioni, arrivato durante una conferenza stampa sulla legge di Stabilità. “Una Regione che è in una situazione di bilancio di questo genere non può rappresentare le altre Regioni”, ha detto il governatore, che resterà in sella “fino al termine delle negoziazioni con il governo sulla legge di Stabilità”.
La scelta non nasce da “un giudizio sulla legge di Stabilità o sui tagli alla sanità“, ha poi chiarito l’ex presidente della Compagnia di San Paolo, annunciando anzi una valutazione positiva sulla manovra nonostante la riduzione del Fondo sanitario nazionale che aveva fatto salire gli enti sulle barricate. Il giudizio dipende dal fatto che “il governo ha accolto la richiesta avanzata ad agosto dalle Regioni sulla modalità di definizione del pareggio di bilancio che consente di liberare risorse per investimenti in tutti i campi” e “analogamente positiva è stata la risposta al tema sollevato lo scorso anno sull’esclusione della parte di cofinanziamento dei fondi europei ai fini dei saldi di bilancio, determinante per le Regioni che hanno una quantità significativa di fondi europei”. In più “sui tagli extrasanità di 2,2 miliardi, che derivano dalle Finanziarie precedenti, sembra esserci una neutralizzazione di 1,3 miliardi, quindi più della metà, ma su questo non c’è ancora una risposta”.