C’è chi è costretto ad attendere e chi prende corsie preferenziali. Stiamo ancora attendendo, per esempio, una legge sulle Unioni civili ma pare ci siano un mucchio di altre cose più urgenti da mettere in porto prima: riforme, finanziarie, soldi per i partiti. C’è chi attende in coda e c’è chi, invece, ci sfreccia accanto, e senza nemmeno accorgersi di noi, ci supera.
In realtà non vorrei parlare di diritti questa volta… O meglio, non dei diritti degli omosessuali. Vorrei parlare delle città metropolitane e quindi, in un certo senso, di diritti per tutti noi cittadini che viviamo in una grande metropoli.
A Milano lo scorso 29 settembre è stata varata la legge regionale che istituisce e chiarisce cosa sia la Città metropolitana, quell’ente che oltre che mettere in pratica un dettame costituzionale vacante da tempo, sostituisce le antiche provincie così come stabilito dalla riforma Delrio.
Quel che però preoccupa è il sospetto che queste nuove istituzioni nascano coi piedi di argilla, incapaci d’incamminarsi da sé e foriere di confusioni burocratiche non da poco. A Milano abbiamo rischiato parecchio! Abbiamo rischiato che l’anno scolastico partisse senza servizio di trasporto e assistenza agli alunni disabili, che l’amministrazione pubblica era in dovere di garantire.
Sino all’anno scorso tutto questo era di competenza delle Province, ma quest’anno si sono dovuti fare i salti mortali per garantire un pulmino a chiunque fosse in difficoltà. Per prima cosa si è dovuto capire chi doveva metterci i soldi, vista l’assoluta povertà di risorse nella quale l’ex ente provinciale è stato lasciato.
E così s’è visto plasticamente ricrearsi quel triste quadretto che ho citato all’inizio: c’è chi arranca, procede per il rotto della cuffia e sino all’ultimo non ha certezza del proprio destino, come i figli disabili di tanti milanesi che sino a un giorno prima dell’inizio delle lezioni non sapevo che ne sarebbe stato di loro; e c’è chi fa il bell’imbusto e viaggia senza intoppi in corsia di sorpasso.
Regione Lombardia aveva garantito di rimediare con un provvedimento strutturale a questo “baco” di legge; ha stanziato denari in maniera straordinaria e ha messo una pezza per l’anno scolastico 2015/16. Ma nel futuro cosa accadrà? Se le Città metropolitane, strutture che continuano ad avere la competenza di quei trasporti e di quell’assistenza, non verranno dotate di una qualche autonomia finanziaria, il problema si ripresenterà e saremo punto e a capo.
Quindi, che volente: c’è chi è destinato ad attendere, chi guarda e passa oltre. Io, ve lo dico, mi siedo volentieri in compagnia dei primi!