Acquisterei un’auto usata da Graziano Delrio per l’istintiva fiducia che mi suscita chi riesce a governare nove figli (anche se quasi tutto il merito è della signora Annamaria) e per una frase che mi disse appena nominato da Matteo Renzi sottosegretario e suo braccio destro a palazzo Chigi. Il Fatto aveva pubblicato un articolo su certi presunti favoritismi quando era sindaco di Reggio Emilia, lui mi telefonò per smentire l’episodio e prima di salutarci disse: “Guardi che io sono una persona per bene”. Parole niente affatto scontate perché se a pronunciarle fosse stato, poniamo, Denis Verdini sono convinto che saremmo scoppiati entrambi a ridere.
Ecco, appunto, quello stesso Verdini alleato di governo, che per Renzi non è il mostro di Loch Ness sta mettendo a dura prova la tempra di combattente di Delrio, e anche l’acquisto dell’auto usata. Giorni fa, in un’intervista, l’attuale ministro delle Infrastrutture aveva condiviso con l’altro diversamente renziano Matteo Richetti giudizi molto netti su certe aperture “incompatibili” per la storia del Pd e del suo progetto democratico “totalmente antitetico al berlusconismo”. Evviva, ci siamo detti, per essere leali con il premier non occorre per forza servirsi dalla premiata (non dalla magistratura) macelleria Denis e ci siamo predisposti fiduciosi alla visione di Otto e mezzo. Dove però di fronte alle puntuali domande di Lilli Gruber e Bianca Berlinguer, il ministro ha preferito dedicarsi a una sorta di prudente semiritrattazione sull’acquisto delle bistecche verdiniane (“se ne discuterà”: caspiterina!) che ci ha ricordato un classico della materia, il terzino della Roma Garzya: “Sono pienamente d’accordo a metà col mister”.
Dia retta Delrio, le pezze servono a poco, al Giglio magico pretendono obbedienza pronta, cieca e assoluta e vedrà che il Ponte sullo Stretto lo faranno fare a Verdini.
il Fatto Quotidiano, 21 ottobre 2015