“Tassa sui castelli? C’è stata un’incomprensione di fondo, in realtà non abbiamo mai cambiato idea. Stiamo parlando di una misura che riguarda 80 milioni su 3 miliardi e 700 milioni. A un certo punto, mi si è illuminata la lampadina, non potevo immaginare che il dibattito fosse tutto legato ai castelli”. Così il premier Matteo Renzi, ospite di Otto e mezzo (La7), giustifica il dietrofront del governo sul far pagare la Tasi anche agli immobili di lusso. “I castelli non sono il problema di questa legge di stabilità” – aggiunge – “Ero convinto in buona fede che non ci fose quella definizione di castelli. Noi abbiamo tolto per tutti la tassa sulla prima casa, come Berlusconi che però l’ha rimessa, ma quando abbiamo visto che c’erano anche i castelli con un sorriso li abbiamo tolti. Bene, cari proprietari di castelli, ora pagherete tutto”. E sottolinea: “Abolire la tassa sulla prima casa, che è la tassa più odiata dagli italiani, è stata una scelta di pancia, ma non elettorale. La dico berlusconianamente: meno tasse per tutti. La differenza è che Berlusconi ha ha fatto lo slogan elettorale e poi se ne è dimenticato, noi lo facciamo davvero. Vi dirò di più. Nella legge di stabilità c’è una norma che impone a Comuni e Regioni di non alzare le tasse“. Poi si difende dalle accuse di Mario Monti circa la manovra fatta in deficit: “Non è vero. Quando c’era il governo Monti il debito andava in su, dal prossimo anno la curva sarà in discesa. Monti ha fatto la manovra in deficit al 4,4%, noi la facciamo al 2,2%. Il punto vero è che per la prima volta nella manovra ci sono 600 milioni per la povertà, 600 per l’autosufficienza e il dopo di noi. In questa legge di stabilità ci sono più soldi per le famiglie. Ai tempi del governo Monti e del governo Letta il bonus bebè era zero. L’anno scorso era di 200 milioni, quest’anno è di 600 milioni”. Renzi sottolinea: “Sono strasoddisfatto di questa spending review. Stiamo rimettendo gli italiani in condizioni di spendere. In questo primo anno e mezzo poi il governo ha fatto tagli su diversi settori: ora i dirigenti della pubblica amministrazione hanno un tetto alla spesa, c’è un turn over molto duro, c’è la riduzione del numero dei dirigenti. Noi tagliamo 400 dirigenti, ma non vuol dire che licenziamo, io non licenzio nessuno”. E aggiunge: “Mi hanno chiesto di tagliare l’illuminazione la notte. Così, spegnendo i lampioni un’ora prima, dicevano, risparmiamo 80 milioni. Io ho fatto il sindaco e so che in questo modo alcune strade diventano più pericolose. Piuttosto, ho detto io, mettiamo i led, per risparmiare. Basta con i criteri tecnocratici di persone che pensano che la vita di tutti i giorni consista in numeri anziché anima“