La cucina sporca con i mozziconi di sigarette nel lavandino, il parquet rovinato, liquori per terra, rifiuti. Una famiglia di Calgary in Canada ha trovato la casa in queste condizioni dopo averla affitta tramite Airbnb. E peggio è andata a E. J. che vive a San Francisco. I gentili ospiti si sono portati via macchina fotografica, iPod, notebook e il disco rigido dove aveva memorizzato tutte le sue foto, i diari e non contenti hanno probabilmente fotocopiato il certificato di nascita e la carta dell’assistenza sanitaria con la sua fotocopiatrice per un furto d’identità. La cucina poi era un disastro e il detersivo non si sa come sia arrivato fino alla stampante.
Sono solo un paio di esempi fra i tanti del lato meno conosciuto del popolare servizio che permette di affittare una stanza o l’intero appartamento a sconosciuti e che in Italia ha da tempo superato il milione di ospiti che hanno usufruito dell’offerta del portale e che a Berlino tra il 2012 e il 2013 ha registrato un impatto economico sulla città di circa cento milioni di euro.
Gli episodi negativi però rischiano di pesare e, complice qualche problema assicurativo negli Usa, Airbnb ha deciso di correre ai ripari lanciando un programma, Home protection insurance, destinato ai proprietari degli appartamenti.
“La maggior parte dei padroni di casa appartiene alla classe media e utilizza Airbnb per sbarcare il lunario – ha spiegato il portavoce della startup di San Francisco Jakob Kerr -. Per questo cercano un modo semplice di ospitare le persone e senza stress”. A gennaio l’assicurazione è stata lanciata negli Usa e ora è arrivata anche in Italia.
La soluzione prevede una copertura fino a un milione di dollari per gli Usa e 800mila euro nella versione italiana per i proprietari in caso un ospite sia vittima di un incidente nella casa o nelle vicinanze. Il programma protegge l’host anche in caso di danni provocati dai suoi ospiti nei pressi dell’alloggio. In questo caso rientra anche la possibilità che una perdita d’acqua causi dei danni a un altro appartamento.
Il portale italiano di Airbnb avverte però che il programma non “è un’assicurazione e non dovrebbe essere vista come un surrogato o fungere da assicurazione per i proprietari o locatori di alloggi”. Inoltre la Garanzia Host non copre contanti e titoli, animali, aree comuni o condivise, mentre gioielli, oggetti da collezione e opere d’arte hanno una copertura limitata.
I proprietari accedono direttamente al nuovo programma per il quale non devono pagare nulla. Oltre a questo, la startup presente in oltre 34mila città e 192 Paesi, ha intenzione di alzare le tariffe o, almeno, quelle riservate a chi prenota passando per la pubblicità di Google.
Airbnb infatti sta testando una funzione che farà pagare il 10-15% in più ai clienti che prenoteranno tramite gli annunci sponsorizzati sul motore di ricerca. La decisione è giustificata dalla maggiore visibilità che l’advertising su Google offre al portale anche se ai proprietari sarà lasciata la possibilità di fare a meno di questo tipo di pubblicità e rinunciare alle prenotazioni tramite Google.