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Calcio, Capuano (allenatore Arezzo): “Adozioni gay? Mi fanno schifo. Ero missino, ora scelgo Renzi”

Politicamente sono sempre stato di destra, non ho vergogna a dirlo. Ero missino, ero molto attratto da Giorgio Almirante. Mussolini? Ha fatto le bonifiche, ha costruito una città bella come Latina. Poi ho votato Berlusconi, persona molto intelligente e grandissimo imprenditore. Ora scelgo Matteo Renzi“. Sono le parole dell’allenatore dell’Arezzo, Ezio Capuano, in una intervista rilasciata a Giuseppe Cruciani e a David Parenzo per La Zanzara, su Radio24. “Sapete chi odio?” – puntualizza il mister della squadra toscana – “Gli ipocriti e i falsi moralisti. L’ipocrisia in difesa del posto di potere è una cosa che non sopporto. La mia frase sulle checche? Dissi soltanto che in campo non volevo delle checche, ma non volevo offendere nessuno. Le adozioni gay? Non le condivido nella maniera più assoluto, mi fanno molto schifo“. Capuano torna a bomba sulla vicenda delle frasi da lui pronunciate nello spogliatoio contro i giocatori della sua squadra dopo la sconfitta in amichevole per mano del Lucignano. La registrazione della sfuriata del tecnico è diventata virale ed è stata realizzata di nascosto dal calciatore Nicolò Sperotto, il terzino 23enne in prestito dal Carpi. Il giocatore è stato messo fuori rosa da Capuano. “Il ragazzo è andato alle Iene ultimamente” – commenta l’allenatore dell’Arezzo – “manca solo che vada da Maria De Filippi, a “C’è posta per te”. Sperotto è un codardo, ha fatto una serie di errori clamorosi. Si è nascosto, all’inizio non voleva dire che era stato lui, invece se veniva da me potevamo risolvere la cosa subito. Per lui ormai non c’è più posto in squadra, nella maniera più assoluta. L’Arezzo è una società seria”. E aggiunge: “E’ stata una goliardata, ma con il dolo di voler sbeffeggiare una persona di cinquant’anni. Sapete qual è la cosa che mi ha devastato? Non è che Sperotto ha violato la sacralità dello spogliatoio, quella non mi ha dato fastidio. Ma il fatto che una persona di 50 anni che ogni giorno si gioca il proprio posto di lavoro con tensioni illimitate, che rischia anche un malanno nel momento in cui si arrabbia, venga registrato da uno che può essere suo figlio o suo nipote, da un moccioso, uno a vent’anni gli puzza ancora la bocca di latte. E poi ci ridono sopra”