“La felicità? Forse non arriva realizzando un obiettivo ma la si raggiunge con il gesto del massimo egoismo: ovvero comprendendo che siamo veramente felici quando diamo agli altri e non prendiamo dagli altri. E’ un paradosso, ma mi sembra funzioni così”. Elio Germano è raggiante parlando di Alaska, il nuovo film di Claudio Cupellini di cui è lo splendido protagonista accanto alla francese Astrid Bergès-Frisbey, assente alla premiére romana.
Quarto ed ultimo titolo italiano della Festa del Cinema di Roma che si chiuderà domani, Alaska è una viscerale epica romantica che sembra eternizzare il mistero del grande amore: un “nè con te, nè senza di te” che parte da Truffaut e arriva agli U2 passando per l’immaginario di ciascuno, almeno una volta nella vita. Fausto, il nome del personaggio di Germano, è un giovane italiano che sopravvive a Parigi da cameriere e si innamora istantaneamente e ricambiato di Nadine, aspirante modella. In un vortice di vicissitudini non lontane dai classici melò, i due protagonisti maturano nella comprensione della vita.
Film di formazione, ma soprattutto – usando le parole di Elio Germano – “puro e nuovo, di aspirazione internazionale, che non ammicca a nulla di precedente, dove c’è la libertà di vedere la vita così com’è oggi. I personaggi sono tutti scissi, non hanno verità in tasca ma devono fare delle scelte”. Le ispirazioni arrivano dalla classicità di Romeo e Giulietta e dall’ambiguità de Il Grande Gatsby dove l’arrampicata socio-economica limita le aspirazioni del cuore. In Alaska, che risponde al nome di un locale milanese, questo succede a corrente alternata.
“Sono persone che sentono le scomodità delle situazioni, che vibrano, e se all’inizio il successo sembra diventare la felicità alla fine sono i sentimenti a divenire la chiave di salvezza” spiega ancora Germano che, insieme al regista Cupellini, concorda nel riconoscere nell’amore “il sentimento di resistenza all’automatismo esistenziale proposto dalla società di oggi”. Se Fausto e Nadine sono dei “principianti” (così si doveva inizialmente chiamare il film) della vita, non lo sono altri personaggi loro contorno, come il magnifico antieroe tragico di Sandro interpretato da un Valerio Binasco in stato di grazia. “Credo i personaggi si debbano piegare agli attori prescelti, almeno così faccio io coi miei film. Nel caso di Elio e Valerio mi sembra evidente” dichiara Cupellini qui alla sua terza prova in lungo e dopo la importante esperienza di Gomorra – La serie. Alaska non è un film perfetto, ma di certo non è carente di quella verità profonda che equivale al vivere la vita. Uscirà il 5 novembre in 250 sale