
In condizioni di crisi, l’anello debole della catena è quello che subisce le conseguenze più devastanti. La situazione dei docenti italiani, recentemente beneficiati di un obolo annuale per la formazione e l’aggiornamento (quelli che una buona parte di loro ha sempre svolto a proprie spese) ma – contemporaneamente – raggiunti dalla umiliante notizia che l’imminente legge di Stabilità (ancora in bozza) prevede solo 200 milioni di euro, come sostengono varie fonti sindacali scolastiche, per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego, vacante dal 2009, e oggetto di una pronuncia della Corte Costituzionale (c’è chi dice 4 caffè ciascuno al mese in più, c’è chi dice una pizza; la sostanza non cambia, si tratterebbe di un aumento di 7 euro a lavoratore) sembrano colti da un devastante senso di disorientamento a pochissimi mesi da uno dei più clamorosi periodi di mobilitazione della storia della scuola italiana. Un ulteriore inciso: sarebbe prevista una quota fissa – non quantificata – destinata alle Forze dell’ordine: i caffè diventano 1 al mese, la pizza mezza.
Ma il costume italico, si sa, ci ha abituati a ben più gravi atti di acquiescenza: senza scomodare la storia con la S maiuscola, basti pensare all’incuria o al plauso pseudo-modernista con cui si è assistito e si sta assistendo allo scempio della Costituzione italiana, alla dismissione dei diritti del lavoro, del diritto alla partecipazione e alla rappresentanza democratica.
Gratitudine per la carità pelosa o inerzia e rassegnazione, lo stato delle cose oggi – a poco tempo dalla resistenza organizzata contro l’approvazione della 107 – potrebbe far intendere che Renzi e Giannini avessero ragione: alla fine i docenti italiani si accorgeranno che la Buona Scuola è davvero una buona scuola. Not in my name e nemmeno nel nome di tanti altri – come me – che continuano a considerare odiosi nel metodo e nel merito principi, orientamento, contenuti e procedure della 107, disponendosi quotidianamente a spendere tutte le energie possibili per dare un senso – nella mobilitazione, sul piano del contenzioso, nel più ampio contesto referendario, sulla base di un progetto di scuola alternativo – ad una imposizione che peraltro configura a tratti aspetti di incostituzionalità.
Il 13 novembre Cobas ed Unicobas hanno indetto uno sciopero della scuola, fortemente voluto e richiesto da una parte di noi, sul quale avremmo desiderato una ampia convergenza degli altri sindacati di comparto, sul modello di quello del 5 maggio. Ma, evidentemente, condizioni ed opportunità sono mutate e, così come l’avversione alla 107 sta virando da parte dei maggiori sindacati verso il tema contrattuale, così si vocifera di un conseguente accordo su uno sciopero del pubblico impiego che, secondo molti, rischierebbe di appannare ed annacquare la lotta alla 107 e la specificità dei problemi della scuola.
Sabato prossimo, intanto, manifestazioni regionali unitarie dei 5 sindacati dello sciopero del 5 maggio – con Cobas a Roma e Cagliari – che potrebbero però non costituire un segnale sufficientemente forte per una scuola che annaspa (e mugugna il proprio disagio) tra le spire di una legge autoritaria e scritta male, che certamente – come è stato già annunciato – darà luogo a cascate di contenzioso.
Ma torniamo, per un attimo, all’anello debole. Non è un caso che in questo caos viscoso la infinita questione dei docenti inidonei non trovi ancora una propria concreta soluzione. Vittime della gloriosa “razionalizzazione e semplificazione” che muove da tempo ormai tutte le operazioni relative al personale della scuola, si tratta di 3500 docenti affetti da malattie invalidanti, non più in grado di svolgere attività didattica in classe. Ne conosco almeno 3-4: passano da un’operazione all’altra, chi per tumori e recidive frequenti o trattamenti chemio continui, chi per patologie cardiache. Non si tratta di uno scherzo: potrebbe accadere a ciascuno di noi, nessuno escluso. Con atto autoritativo il Miur ne cambiò il profilo professionale nel 2013, definendone il transito definitivo ed obbligatorio tra il personale Ata (amministrativo-tecnico-ausiliario). Che però, a cominciare dalla riforma Gelmini, fino all’ultima legge di Stabilità, che ne ha previsto il taglio di oltre 2mila unità, è vittima in questo periodo di una precarizzazione insostenibile, di tagli di organico, dell’esternalizzazione dei servizi, di divieto di sostituzione anche durante lunghi periodi di assenza.
Il punto è che tra un anno, dall’1 settembre 2016, si prevede che gli inidonei – ora destinati a funzione di bibliotecari o genericamente a mansioni di supporto all’attività didattica – vengano passati ad altro compito nella mobilità intercompartimentale; il che significa, in sostanza, lasciare – da persone patologicamente segnate – le proprie mansioni e la propria sede e finire anche a molti chilometri di distanza. I Cobas, da sempre impegnati in questa battaglia, anche in sede di audizioni per l’allora ddl la Buona Scuola, oggi 107/15, lanciarono una proposta al governo: nel momento in cui si avrà il cosiddetto “organico potenziato” (la fase C delle assunzioni) che, a parte tappare i buchi per coprire le assenze dei titolari, dovrebbe avere mansioni legate al potenziamento dell’offerta formativa dell’istituto, scelto dal dirigente con contratto triennale, è evidente che gli inidonei potrebbero aver costituito – e quindi essere considerati – un organico potenziato ante litteram, facendo decadere le motivazioni di “risparmio” che dovrebbero comportare la mobilità intercompartimentale. Naturalmente tali argomentazioni – troppo poco significative dal punto di vista di una logica di produttivismo aziendalistico e destinate a beneficiare una platea troppo ridotta per costituire un obiettivo appetibile per un governo demagogicamente in cerca di consenso – non sono state ascoltate e gli inidonei sono stati lasciati soli, con la loro stanchezza e il loro malessere. Come i “Quota 96”, vittime di una “svista” della Fornero, costretti a prolungare la propria permanenza in servizio di 5-6 anni oltre il dovuto.
Altri 2 ottimi motivi per non distrarsi e tenere la barra dritta sulla scuola. Con la convinzione, ancora una volta, che questo non è più un Paese attento ai diritti e alla qualità della vita dei suoi cittadini. E con il timore che l’anello debole, nelle più tipiche condizioni del mercato capitalistico, sia destinato a soccombere.
Marina Boscaino
Insegnante
Scuola - 23 Ottobre 2015
Legge di Stabilità e docenti: se in tempi di crisi lo Stato penalizza i più deboli
In condizioni di crisi, l’anello debole della catena è quello che subisce le conseguenze più devastanti. La situazione dei docenti italiani, recentemente beneficiati di un obolo annuale per la formazione e l’aggiornamento (quelli che una buona parte di loro ha sempre svolto a proprie spese) ma – contemporaneamente – raggiunti dalla umiliante notizia che l’imminente legge di Stabilità (ancora in bozza) prevede solo 200 milioni di euro, come sostengono varie fonti sindacali scolastiche, per il rinnovo del contratto nel pubblico impiego, vacante dal 2009, e oggetto di una pronuncia della Corte Costituzionale (c’è chi dice 4 caffè ciascuno al mese in più, c’è chi dice una pizza; la sostanza non cambia, si tratterebbe di un aumento di 7 euro a lavoratore) sembrano colti da un devastante senso di disorientamento a pochissimi mesi da uno dei più clamorosi periodi di mobilitazione della storia della scuola italiana. Un ulteriore inciso: sarebbe prevista una quota fissa – non quantificata – destinata alle Forze dell’ordine: i caffè diventano 1 al mese, la pizza mezza.
Ma il costume italico, si sa, ci ha abituati a ben più gravi atti di acquiescenza: senza scomodare la storia con la S maiuscola, basti pensare all’incuria o al plauso pseudo-modernista con cui si è assistito e si sta assistendo allo scempio della Costituzione italiana, alla dismissione dei diritti del lavoro, del diritto alla partecipazione e alla rappresentanza democratica.
Gratitudine per la carità pelosa o inerzia e rassegnazione, lo stato delle cose oggi – a poco tempo dalla resistenza organizzata contro l’approvazione della 107 – potrebbe far intendere che Renzi e Giannini avessero ragione: alla fine i docenti italiani si accorgeranno che la Buona Scuola è davvero una buona scuola. Not in my name e nemmeno nel nome di tanti altri – come me – che continuano a considerare odiosi nel metodo e nel merito principi, orientamento, contenuti e procedure della 107, disponendosi quotidianamente a spendere tutte le energie possibili per dare un senso – nella mobilitazione, sul piano del contenzioso, nel più ampio contesto referendario, sulla base di un progetto di scuola alternativo – ad una imposizione che peraltro configura a tratti aspetti di incostituzionalità.
Il 13 novembre Cobas ed Unicobas hanno indetto uno sciopero della scuola, fortemente voluto e richiesto da una parte di noi, sul quale avremmo desiderato una ampia convergenza degli altri sindacati di comparto, sul modello di quello del 5 maggio. Ma, evidentemente, condizioni ed opportunità sono mutate e, così come l’avversione alla 107 sta virando da parte dei maggiori sindacati verso il tema contrattuale, così si vocifera di un conseguente accordo su uno sciopero del pubblico impiego che, secondo molti, rischierebbe di appannare ed annacquare la lotta alla 107 e la specificità dei problemi della scuola.
Sabato prossimo, intanto, manifestazioni regionali unitarie dei 5 sindacati dello sciopero del 5 maggio – con Cobas a Roma e Cagliari – che potrebbero però non costituire un segnale sufficientemente forte per una scuola che annaspa (e mugugna il proprio disagio) tra le spire di una legge autoritaria e scritta male, che certamente – come è stato già annunciato – darà luogo a cascate di contenzioso.
Ma torniamo, per un attimo, all’anello debole. Non è un caso che in questo caos viscoso la infinita questione dei docenti inidonei non trovi ancora una propria concreta soluzione. Vittime della gloriosa “razionalizzazione e semplificazione” che muove da tempo ormai tutte le operazioni relative al personale della scuola, si tratta di 3500 docenti affetti da malattie invalidanti, non più in grado di svolgere attività didattica in classe. Ne conosco almeno 3-4: passano da un’operazione all’altra, chi per tumori e recidive frequenti o trattamenti chemio continui, chi per patologie cardiache. Non si tratta di uno scherzo: potrebbe accadere a ciascuno di noi, nessuno escluso. Con atto autoritativo il Miur ne cambiò il profilo professionale nel 2013, definendone il transito definitivo ed obbligatorio tra il personale Ata (amministrativo-tecnico-ausiliario). Che però, a cominciare dalla riforma Gelmini, fino all’ultima legge di Stabilità, che ne ha previsto il taglio di oltre 2mila unità, è vittima in questo periodo di una precarizzazione insostenibile, di tagli di organico, dell’esternalizzazione dei servizi, di divieto di sostituzione anche durante lunghi periodi di assenza.
Il punto è che tra un anno, dall’1 settembre 2016, si prevede che gli inidonei – ora destinati a funzione di bibliotecari o genericamente a mansioni di supporto all’attività didattica – vengano passati ad altro compito nella mobilità intercompartimentale; il che significa, in sostanza, lasciare – da persone patologicamente segnate – le proprie mansioni e la propria sede e finire anche a molti chilometri di distanza. I Cobas, da sempre impegnati in questa battaglia, anche in sede di audizioni per l’allora ddl la Buona Scuola, oggi 107/15, lanciarono una proposta al governo: nel momento in cui si avrà il cosiddetto “organico potenziato” (la fase C delle assunzioni) che, a parte tappare i buchi per coprire le assenze dei titolari, dovrebbe avere mansioni legate al potenziamento dell’offerta formativa dell’istituto, scelto dal dirigente con contratto triennale, è evidente che gli inidonei potrebbero aver costituito – e quindi essere considerati – un organico potenziato ante litteram, facendo decadere le motivazioni di “risparmio” che dovrebbero comportare la mobilità intercompartimentale. Naturalmente tali argomentazioni – troppo poco significative dal punto di vista di una logica di produttivismo aziendalistico e destinate a beneficiare una platea troppo ridotta per costituire un obiettivo appetibile per un governo demagogicamente in cerca di consenso – non sono state ascoltate e gli inidonei sono stati lasciati soli, con la loro stanchezza e il loro malessere. Come i “Quota 96”, vittime di una “svista” della Fornero, costretti a prolungare la propria permanenza in servizio di 5-6 anni oltre il dovuto.
Altri 2 ottimi motivi per non distrarsi e tenere la barra dritta sulla scuola. Con la convinzione, ancora una volta, che questo non è più un Paese attento ai diritti e alla qualità della vita dei suoi cittadini. E con il timore che l’anello debole, nelle più tipiche condizioni del mercato capitalistico, sia destinato a soccombere.
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Mosca: “Tregua frettolosa, rappresenta solo l’approccio di Kiev”. L’inviato Usa “Witkoff vedrà Putin sarà stasera a porte chiuse” – Diretta
La giornata e gli approfondimenti: alle 16 la riunione di redazione de ilFattoQuotidiano.it – DIRETTA
Doha, 13 mar. (Adnkronos) - In seguito alla visita in Qatar dell'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, è sul tavolo una nuova bozza per una proposta aggiornata di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli. Come parte dello schema proposto, Hamas rilascerebbe circa cinque ostaggi vivi e i corpi degli ostaggi morti. In cambio, Israele consentirebbe un cessate il fuoco di 50 giorni.
Durante questo periodo di tregua, che si concluderebbe il 20 aprile, si svolgerebbero discussioni in merito alla prosecuzione dell'accordo. La fonte ha dichiarato al Post di essere "ottimista sul fatto che si possa raggiungere un'intesa".
Roma, 13 mar. – (Adnkronos) - L’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il Trasporto Pubblico Locale. E' lo scenario emerso nel primo Workshop Nazionale organizzato da Asstra, l’associazione che riunisce 138 aziende del settore. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e istituzioni, con contributi da Londra e San Francisco. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha sottolineato il ruolo dell’IA nei veicoli autonomi, nella sicurezza stradale e nei servizi di TPL intelligenti: “L’integrazione tra mezzi pubblici e privati è l’obiettivo, ma serve una regolamentazione equilibrata”.
Tra le esperienze presentate, il Catenary Inspection System di FNM, un sistema basato sull'IA che consente di monitorare e anticipare guasti sulle linee elettrificate, riducendo i costi di manutenzione. Illustrati anche il Progetto IACC di Brescia Mobilità che grazie all'uso di chatbot e analisi dati, prevede una riduzione del 20% del carico di lavoro per il customer care , il Progetto Mercurio di Eav per l’analisi predittiva sulle ferrovie e le soluzioni di Amt Genova per l’efficienza delle fermate. Sul fronte della manutenzione, Tper Bologna ha illustrato l’uso dell’IA per ridurre i tempi di fermo dei veicoli, mentre TPL FVG ha mostrato il nuovo sistema CRM per migliorare la gestione delle richieste dei clienti. Focus anche sulla cybersicurezza con AC Transit di San Francisco e sulle implicazioni giuridiche dell’IA con esperti di diritto.
Il workshop si è chiuso con l’impegno di Asstra a tracciare una roadmap chiara per l’innovazione nel Tpl. “L’adozione dell’IA è fondamentale per intercettare il futuro e rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle città. Oggi dobbiamo decidere che aziende vogliamo essere in futuro", ha affermato Gibelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - “L’accessibilità del farmaco è un tema centrale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e per la sostenibilità del sistema, e i dati diffusi questa mattina non fanno altro che confermare quanto una più ampia dispensazione dei medicinali sul territorio possa contribuire a realizzare migliori esiti di salute e a ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver, con un beneficio tangibile anche in termini di riduzione della spesa farmaceutica. Esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento al ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato per gli obiettivi perseguiti con la riforma del sistema distributivo dei farmaci introdotta con la Legge di Bilancio 2024, e per l’attenzione mostrata su un tema che impatta in maniera così rilevante sulla quotidianità di pazienti, in particolar modo delle persone anziane e di coloro che vivono nelle aree più interne. Avvicinare il farmaco al cittadino va nella direzione di rafforzare la prossimità dell’assistenza e della cura per una Sanità più accessibile, equa e aderente ai bisogni delle persone”. Lo ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), intervenendo sull'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma', che si è svolto questa mattina ala ministero della Salute.
“La distribuzione del farmaco sul territorio valorizza la prossimità e la professionalità del farmacista e la continuità di servizio dei nostri presìdi per garantire un’assistenza farmaceutica più vicina alle esigenze dei pazienti, ma anche un maggior supporto ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza terapeutica, aspetti di fondamentale importanza nella gestione delle malattie croniche nell’ambito di una presa in carico multidisciplinare sul territorio”, ha concluso Mandelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - Dopo un anno dall'introduzione delle norme nella Legge di Bilancio 2024 sulla distribuzione di alcune categorie di farmaci "abbiamo fatto il bilancio consuntivo di quella che è stata la prima applicazione di questa normativa, che ha evidenziato degli effetti economici positivi con un significativo trasferimento di medicinali da una modalità di erogazione che incide con un meccanismo organizzato che porta in particolar modo il paziente a dover ritornare due volte in farmacia o addirittura a ottenere questo medicinale, attraverso le farmacie distrettuali ad una modalità convenzionata che quindi consente una pronta disponibilità di questi medicinali a fronte della ricetta medica nella farmacia sotto casa o in prossimità". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico dell'Agenzia Italiana del Farmaco intervendo oggi, al ministero della Salute, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"Il provvedimento ha un valore molto importante - sottolinea Russo - soprattutto nelle zone d'Italia dove i presidi sanitari sono più distanti e quindi questo ha un effetto positivo in termini di mantenimento della continuità terapeutica soprattutto per malattie croniche, come il diabete". "Grazie alla riclassificazione degli antidiabetici a base di gliptine, e grazie al fatto che si è rivisto il processo di distribuzione di tali farmaci c'è stata una maggiore aderenza terapeutica. Inoltre, l'impatto economico che abbiamo registrato è sostanzialmente una riduzione dei costi per il Servizio sanitario nazionale pari a poco più del 13%. Registriamo un avanzo rispetto al tetto della spesa farmaceutica convenzionata per fine anno che registrerà sempre un avanzo importante comunque di oltre 600 milioni di euro".
L'impatto "è complessivamente positivo, sulla base di questi risultati il tavolo di monitoraggio del ministero della Salute ha dato mandato all'Agenzia italiana del farmaco di procedere con l'individuazione entro il 30 di marzo 2025 di una nuova categoria terapeutica che possa essere in qualche modo considerabile per il trasferimento, la riclassificazione da A-PHT ad A" conclude.
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - "Stamattina sono stati identificati diversi terroristi che operavano vicino alle truppe dell'Idf nella parte centrale di Gaza e che tentavano di piazzare ordigni esplosivi nel terreno. Un aereo dell'Iaf ha colpito i terroristi". Lo ha reso noto l'esercito israeliano in una nota.