La squadra ha trovato i cancelli chiusi e non si è potuta allenare. Ma la versione dei carpigiani differisce da quella dei padroni di casa: "Soldi pignorati dal tribunale per i debiti del Modena"
Non per il pallone, ma per lo stadio. A Modena, nel mondo del calcio, si litiga anche per questo, tra squadre di serie A e B. Oggetto del contendere il Braglia, affidato in convenzione dal Comune fino al 2034 al Modena Fc, ma che da quest’anno, con un accordo biennale da 700mila euro, è utilizzato anche dal Carpi, neopromosso in serie A, per le partite in casa e per gli allenamenti. Due giorni fa però, quando i giocatori della seconda squadra sono arrivati davanti allo stadio per la preparazione settimanale alla vigilia del derby con il Bologna in programma sabato, hanno trovato i cancelli chiusi e il campo già occupato dalla Primavera del Modena. Calciatori e staff tecnico della formazione di serie A sono rimasti fuori ad aspettare, prima di fare marcia indietro e ritornare ad allenarsi allo stadio della propria città.
Alla base della decisione del Modena di negare l’utilizzo del centro sportivo ci sarebbero degli inadempimenti tra le società. Secondo il presidente del Modena Antonio Caliendo, il Carpi non avrebbe pagato le rate di affitto concordate per l’uso della struttura e dovrebbe al suo club 72mila euro. Diversa la versione del patron del Carpi Stefano Bonacini, che invece ha spiegato che i pagamenti vengono fatti in modo regolare, ma sono stati pignorati dal Tribunale di Modena per un credito di 25mila euro contestato da parte di fornitori dell’altra squadra. Il pomeriggio dopo la “cacciata” dallo stadio, il Carpi ha diffuso un comunicato in cui ha definito il comportamento di Caliendo “gravissimo e inaccettabile” e spiegato che tutto quello che è stato fatto è in ottemperanza agli ordini del Tribunale. Le accuse però sono state respinte al mittente da Caliendo, che in una conferenza stampa all’indomani dello sfratto ha ripetuto di fronte ai giornalisti che il Carpi è “reiteratamente e gravemente inadempiente alle obbligazioni previste dalla convenzione”.
Nella querelle che rischia di trascinarsi per tutto il campionato con problemi di gestione che potrebbero danneggiare club e tifosi, è intervenuto anche il Comune di Modena, che ha incontrato i dirigenti delle due realtà sportive e ha inviato una lettera di diffida al Modena Fc rispetto ai doveri previsti dall’accordo e alle autorizzazioni sull’utilizzo dello stadio, ricordando e dettando tempistiche sul rispetto delle scadenze dei pagamenti, sui versamenti delle imposte per la pubblicità allo stadio, l’impegno per la manutenzione ordinaria e straordinaria del manto erboso e la pulizia delle gradinate e dei locali della struttura. Nel documento si spiega anche che l’amministrazione, in caso del ripetersi di un episodio simile, provvederà a revocare l’affidamento del Braglia alla società.
Ma anche il Carpi, che aveva richiesto un intervento risolutivo del Comune, sta pensando a provvedimenti. Il club, sempre attraverso una nota, ha fatto sapere che si riserva di riconsiderare la propria posizione e il rapporto in essere perché “non può essere ostaggio, nel legittimo utilizzo di un bene, di soggetti privi di qualsivoglia spirito collaborativo e, vieppiù, inclini a gettare gratuitamente discredito, senza alcuna valida ragione, su chi ha forse l’unica responsabilità di aver conseguito, con la massima trasparenza e correttezza, risultati sportivi ed aziendali lusinghieri, riconosciuti dal territorio locale nonché in ambito nazionale e internazionale, certamente invidiati da molti”.