Svelata la quarta variante della nuova generazione. La Mini si concentrerà su soli 5 modelli, dice il responsabile del marchio, e studia propulsioni alternative
Dopo la tre porte, la cinque porte e la Clubman, la Mini presenta la quarta variante costruita sulla nuova piattaforma modulare Ukl, ossia la Cabrio, di cui oggi sono state diffuse le prime immagini. I grandi occhi con bordo luminoso e la presenza in gamma di motori a tre cilindri testimoniano la parentela con le altre Mini di terza generazione. Le dimensioni esterne crescono (quasi 10 centimetri in più in lunghezza, 3,82 metri totali) a tutto vantaggio, dice il marchio del gruppo BMW, del confort dei quattro passeggeri. Il soft-top ad azionamento elettrico si apre in 18 secondi anche in movimento (fino alla velocità di 30 km/h). La sicurezza in caso di ribaltamento è garantita dai roll bar invisibili che – come già nella scorsa generazione – fuoriescono solo in caso di necessità, senza appesantire la silhouette nelle condizioni di guida normali. Al momento del lancio, la Mini Cabrio sarà disponibile in tre versioni: Cooper con motore tre cilindri a benzina 1.5 da 136 CV, Cooper S con quattro cilindri 2.0 da 192 CV, Cooper D con tre cilindri turbodiesel 1.5 da 116 CV.
“La nuova generazione della Mini sta avendo molto successo, stiamo crescendo in ogni Continente”, ha detto Peter Schwarzenbauer, membro del board BMW Group con responsabilità per Mini, Rolls-Royce e BMW Motorrad, a Ilfattoquotidiano.it. “Ci aspettiamo un nuovo anno record in termini di vendite globali del marchio”. Schwarzenbauer dice che la scelta di ridurre i modelli Mini da 8 a 5 è strategica: “Potremmo fare anche 10 Mini diverse su quella piattaforma, ma ci limitiamo a cinque modelli dal carattere molto diverso”. Un modello è la hatchback (3 e 5 porte), poi ci sono la Clubman, la Cabrio e la Suv (l’erede dell’attuale Countryman). Su quale sia la quinta variante di carrozzeria il manager non si sbilancia.
“Negli anni passati abbiamo mostrato due concept car, la piccola Rocketman e la spider Superleggera, per vedere fino a che punto possiamo andare con il brand. Ai miei occhi, la Rocketman è un’evoluzione naturale, tutti la riconoscerebbero subito come Mini. La spider va completamente in un’altra direzione, ci serviva per capire se la gente avrebbe accettato una macchina come questa dalla Mini, e la risposta è stata entusiastica. Entrambe le opzioni sono sul tavolo e dobbiamo decidere”. Intanto, però, Schwarzenbauer annuncia che, visto il carattere “urbano” del marchio, è in arrivo una Mini ibrida plug-in. “Credo fermamente che nel futuro sarà necessario avere auto elettriche per accedere ai centri urbani, per questo stiamo studiano come integrare la tecnologia sulle Mini. Nel frattempo prepariamo una Mini plug-in hybrid, perché i consumatori sono ancora riluttanti a passare direttamente all’elettrico”.