Un uragano a Roma. Tra le star internazionali e caserecce oggi il divo di giornata alla Festa del Cinema di Roma è il terrificante ma straordinariamente affascinante fenomeno atmosferico capace di radere al suolo qualunque forma di vita umana, animale e vegetale si trovi sul suo percorso. Ma attenzione, non di quelli realizzati con gli effetti speciali di Hollywood: in questo caso si tratta di un uragano vero e proprio.
Questo, che porta il nome proprio di Lucy e ha voce femminile, è il protagonista del documentario francese Ouragan, l’odissée d’un vent 3D realizzato da archv e Andy Byatt: cineasti che si occupano di film sulla natura da oltre 20 anni e si considerano veri e propri “cacciatori” di uragani, tifoni, tornado e via distruggendo. Realizzato in 5 anni di faticose ricerche tecnologiche e sui territori, il doc impressiona anche perché realizzato in 3D. “Il nostro lavoro è anti-Hollywood: noi entriamo nei fenomeni atmosferici che filmiamo. Il nostro scopo non è solo rilevare la devastazione che ne consegue, ma anche mostrarne la bellezza estrema, quasi sublime” spiegano gli autori, capaci con il loro sguardo di scoprire la bellezza che deriva dalla paura e che difficilmente ci si ferma ad osservare se non – appunto – nei blockbuster hollywoodiani. Girato nei vari punti del pianeta che ha toccato, l’uragano Lucy impressiona soprattutto quando osservato dallo spazio (grazie alle concessioni avute dai registi dalla Nasa) con il suo immenso “occhio” centrale. La macchina da presa, ben coperta e riparata da strati di materiali impermeabili, evidenzia la magnificienza di questi fenomeni senza trascurare le popolazioni vittime che si trovano spesso a perdere tutto: entrando nelle viscere delle foreste sconvolte, nei fondali marini effervescenti, nelle strade deserte ed esasperate ma anche in ciò che resta delle case lungo le coste livellate, Ouragan 3d offre una percezione intima del rapporto tra immagine e realtà di rara intensità. “Abbiamo girato 18 tempeste, dovendo sempre prendere decisioni istantanee e complesse su come muovere la troupe, talvolta anche rischiando la vita e i nostri macchinari. E ci siamo anche accorti di quanto sia veritiero il dualismo tra paura e bellezza nella psicologia delle persone abituate a sperimentare questi fenomeni, cosa che noi europei non conosciamo neppure lontanamente. Il cinema è in questo senso un mezzo potente”.
La giornata romana odierna ha compreso altri due eventi importanti: da una parte un omaggio al noto critico cinematografico milanese Morando Morandini recentemente scomparso e dall’altra la presenza del grande regista americano Todd Haynes, ospite dell’Incontro Ravvicinato di oggi e “presentatore” della première italiana del suo nuovo film Carol, splendido titolo concorrente all’ultimo Festival di Cannes. In uscita italiana il prossimo febbraio, Carol sarà uno dei titoli papabili per i prossimi Oscar specie per le due magnifiche protagoniste Cate Blanchett e Rooney Mara.
il Fatto Quotidiano, 22 ottobre 2015