La ninna nanna in questione, di origine toscana, riporta all’inizio i seguenti versi:
Fate la nanna coscine di pollo
perché la mamma vi ha fatto un gonnello
e ve l’ha fatto con lo smerlo attorno
fate la nanna coscine di polloninna nanna ninna oh
il bambino è della mamma
della mamma e di Gesù
il bambino non piange più.
Le “coscine di pollo” (chiaramente, nell’originale, riferite con tenerezza a un neonato) mi hanno subito richiamato alla mente la triste fine che quasi sempre i polli fanno… in padella. Da questo suggerimento è nata la ninna nanna animalista a cui ho aggiunto qualche strofa sulla fine davvero infame delle migliaia di agnellini e capponi sgozzati e divorati senza pietà, per la ben nota crudeltà “umana”. Il che avviene in particolare nelle cosiddette festività religiose: Pasqua, Natale, ecc. Senza dimenticare infine l’orrenda sorte dei cani e dei gatti abbandonati sulle austostrade, guarda caso nelle medesime “festività religiose”.