Nuovo scontro tra associazione magistrati ed esecutivo. Sabelli replica: "Distinguere tra il confronto critico tra magistratura e istituzioni e la polemica distruttiva, a cui ci sottraiamo". Il segretario Carbone: “Fondate critiche su corruzione. Ci ribelliamo alla delegittimazione”. Il ministro: “Ci vuole faccia e coraggio”. E Orlando: “Attaccano perché sono divisi”. Poi, arrivato al Congresso di Bari, smorza la polemica
“Credo che ci voglia coraggio e una certa faccia per attaccare questo governo. Invece dell’autocritica, per quanto successo a Palermo, arrivano gli attacchi. E’ un modo ottimo per sviare l’attenzione ma nessuno si illuda che non ce ne siamo accorti”. Angelino Alfano, ministro dell’Interno, va all’attacco dell’Associazione nazionale magistrati, all’indomani delle parole del presidente Rodolfo Sabelli che dal congresso a Bari, nel giorno della relazione annuale, ha attaccato l’esecutivo di Renzi, “più attento alle intercettazioni che alla mafia”. E oggi replica al responsabile del Viminale: “Bisogna distinguere tra il confronto critico tra magistratura e istituzioni e la polemica distruttiva, a cui ci sottraiamo”.
La sua è una posizione peraltro condivisa dal segretario dell’Anm, Maurizio Carbone, che insiste sull’urgenza di provvedimenti reali, pur volendo smorzare le tensioni con Palazzo Chigi. “Non vogliamo lo scontro e non facciamo paragoni con il passato. Chiediamo riforme concrete e risposte forti e questo non sempre è accaduto sulla corruzione“. E ancora: “La stessa politica sta facendo autocritica: se in meno di 2 anni si sta modificando la legge Severino vuol dire che avevamo ragione”. “Bisogna distinguere tra il confronto critico tra magistratura e istituzioni e la polemica distruttiva, a cui ci sottraiamo”.
Orlando: “Toni per tenere insieme la magistratura” – Alfano cita Palermo riferendosi alla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Silvana Saguto, da poco ex presidente del sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, indagata dalla procura di Caltanissetta per corruzione, induzione e abuso d’ufficio e che, come emerso da alcune intercettazioni, aveva definito i figli di Paolo Borsellino “cretini e squilibrati”. Ma Sabelli replica anche su questo punto: “A noi spiace molto che si pensi che la magistratura voglia con le polemiche sottrarsi alla riflessione su quanto è accaduto a Palermo. Pensare che con qualche polemica strumentale si voglia coprire o ci si voglia sottrarre alla riflessione, non è assolutamente vero, non corrisponde alla realtà dei fatti”.
E se il titolare del Viminale invita i magistrati “all’autocritica”, anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando interviene per minimizzare gli affondi di Sabelli, già bollati come “ingenerosi” dal Pd. “Quei toni, e qualche accento acuto – ha detto Orlando a margine del convegno a Expo “Corruzione e Competitività” – sono il tentativo di tenere insieme la magistratura in un momento in cui ci sono scontri significativi al suo interno”. Poi invita l’Anm a non fare “gli stessi errori che in passato ha fatto la politica: pensare – spiega – che chiunque critica e chiunque chieda un cambiamento debba essere visto come un nemico”. Il botta e risposta procede speculare, perché è Carbone che, al contrario, chiede alla politica – non al governo – di non dare più “messaggi di divisione”, come quando ha accompagnato riforme “con slogan che hanno avuto effetti delegittimanti”. Anche l’associazione risponde al ministro della Giustizia, spiegando che “la magistratura è unita e lo è sempre stata nel richiedere strumenti idonei a dare risposte forti alla richiesta di legalità del Paese. Chiediamo che la politica sia con noi e non ci siano più messaggi di divisione”.
Sono però lievi i toni di Orlando quando, nel pomeriggio, arriva al Congresso dell’associazione a Bari. E smorza la polemica: “L’Anm – dice – è un interlocutore essenziale per me e per il governo”, e insiste sulla necessità “di proseguire un dialogo, che non sia tarato su contrapposizioni”. “Far valere le ragioni del diritto e della politica è sempre più difficile, questa è la vera sfida che dobbiamo affrontare”.
Carbone: “Non facciamo paragoni tra governi” – Sempre da Bari Carbone rigetta l’ipotesi di fare confronti tra esecutivi, rispondendo a chi ha paragonato l’atteggiamento dei magistrati verso il governo Renzi a quello tenuto nei confronti del governo Berlusconi. “Noi non facciamo paragoni tra governi anche perché siamo stati accusati più volte, anche in maniera offensiva, e perché il magistrato deve essere evidentemente autonomo e imparziale e non abbraccia una o un’altra ideologia politica né questo o quell’altro governo. Noi chiediamo da sempre delle riforme concrete”.
Carbone rispedisce al mittente gli attacchi “ingiusti” rivolti ai magistrati, “indicati come i responsabili della disfunzione del sistema”, pur precisando ancora una volta di non volere “fare né polemiche né aprire un contrasto con il governo”. E mette in guardia anche dalle campagne di delegittimazione, che sono state denunciate con “forza consapevoli che tali tentativi costituiscono un serio pericolo per la giurisdizione che è patrimonio di tutti”. Allo stesso tempo, aggiunge, “dobbiamo avere il coraggio di dire che anche il correntismo e il carrierismo vanno nella stessa direzione. Se non acquisiamo questa consapevolezza, questa coscienza, saremo complici, neanche tanto inconsapevoli di un graduale, ma inesorabile decadimento”. La posizione dell’Anm “non è di chiusura corporativa, assolutamente”. Al contrario, “vogliamo che la magistratura venga considerata nel suo giusto peso e che insieme alle altre istituzioni ci si confronti e si collabori per migliorare il sistema e dare messaggi forti al Paese e alla richiesta di legalità che ci viene rispetto allo sdegno che certe indagini e certi fenomeni dilaganti di corruzione evidentemente sollevano”.
Sul ‘caso’ Palermo: “Combattere ogni opacità” – Eventi a fronte dei quali i cittadini “chiedono una magistratura e una politica forte che diano segnali forti per contrastare questi fenomeni. Non bastano evidentemente solo gli strumenti legislativi ma dare dei messaggi forti contro il crimine”. Interventi “a favore anche dell’impresa – ha aggiunto – perché chi corrompe, chi viola le regole, evidentemente, altera anche gli equilibri di mercato e soprattutto danneggia l’impresa che svolge il proprio lavoro nel rispetto delle regole. Quindi la giustizia deve essere considerata una risorsa sulla quale investire. Questo chiederemo ancora una volta oggi al ministro”. Carbone torna anche sul caso Palermo citato da Alfano, “vicende giudiziarie ripropongono drammaticamente l’attualità della questione morale e l’esigenza, ma trascurata di combattere ogni opacità”.
Costa (Ncd, viceministro Giustizia): “Sabelli? Toni da congresso per soddisfare la platea” – Fa da sponda al Pd e alla posizione del governo anche il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, che definisce quelli di Sabelli “toni da congresso, per soddisfare la platea”. All’accusa del presidente Anm che il governo pensa più alle intercettazioni che a contrastare la mafia Costa replica: “È un falso storico. Legge anticorruzione, aumento delle pene e quindi della prescrizione per i reati contro la pubblica amministrazione, restituzione del maltolto per patteggiare, falso in bilancio, autoriciclaggio, norme contro la mafia…”. Per il viceministro se la magistratura si sente delegittimata “non è certo per i nostri provvedimenti. Ricordo tempi in cui lo scontro era feroce, ma la legittimazione piena. Non vorrei che si incolpassero terzi per responsabilità che sono della stessa Anm”. Secondo Costa infatti “un congresso dei magistrati fosse dedicato a soluzioni per lavorare meglio, non a fare il controcanto a governo e Parlamento. Le Camere fanno le leggi, i magistrati devono applicarle”.