Pensavate di averle sentite e viste tutte? Invece no, visto che dal mistico Oriente, e precisamente dall’India, arriva la nuova frontiera dell’alimentazione: l’alimentazione pranica. Niente panico, non è difficile come sembra. In pratica si tratta di cibarsi esclusivamente di aria. È quello che fanno i seguaci del “respirianesimo”, che va ben oltre le ultime tendenza in quanto a estremismi alimentari. Parlando all’Adnkronos, il fondatore del gruppo Facebook italiano “Alimentazione pranica” (845 membri) Nicolas Pilartz ha raccontato la sua esperienza da “respirariano”: “Ho letto libri, ho fatto ricerche e ho scoperto che nella storia sono sempre esistiti personaggi che riuscivano a sostenersi senza cibi solidi e liquidi”.
Affascinante, per carità, ma come si sopravvive? Pare grazie a semplice “energia”, assunta in modo naturale dal nostro corpo. Secondo Pilartz, sopravvivere è anche e soprattutto una questione psicologica: “Se pensi che dopo una settimana morirai, questo succederà. È un cambiamento di credenza. In ogni cosa c’è l’influenza di quello che crediamo”. Affermare che si possa sopravvivere senza cibo è cosa spinosa e potenzialmente dannosa. Pilartz dice che bisogna studiare e prepararsi per arrivare all’obiettivo di vivere letteralmente d’aria: “E’ un percorso di gioia, bisogna provare gradualmente su se stessi e vedere come può funzionare su di te. Non bisogna soffrire e il digiuno non è uguale all’alimentazione pranica”. In realtà pare proprio di sì, ma, continua Pilartz, “con l’alimentazione pranica ti nutri dell’energia del cosmo e quindi non ti indebolisci ma ti rafforzi, ti disintossichi, ti senti meglio e aumenta l’armonia con tutto ciò che ti sta intorno”.
Esiste anche un protocollo con regole ferree per avvicinarsi a quella che sembra una follia: “Si chiama il processo dei 21 giorni in cui il peso non deve scendere, non bisogna perdere energia, deve diminuire il tempo del sonno, perché il corpo si purifica, non è appesantito dalla digestione e si ha minore necessità di dormire”. Quindi niente cibo, mai, in nessun caso? Non proprio, visto che ogni tanto si può decidere di mangiare “per socialità”. Mica per fame o necessità, nossignore: per socialità.