Il video dello sketch in cui l'attrice a "Che tempo che fa" su Rai3 associa il Movimento alla "cacca" è stato rilanciato dalla pagina Facebook del comico. Poi l'intervento per bloccare gli attacchi degli utenti in rete: "Vi chiedo uno sforzo, evitiamo gli insulti"
“Secondo voi è satira?”. Dopo alcuni giorni in cui uno sketch di Luciana Littizzetto sul Movimento 5 Stelle aveva provocato le polemiche in rete dei simpatizzanti M5S e dopo che era stata lanciata una raccolta firme per chiedere “una qualche azione” contro la comica, anche il blog di Beppe Grillo ha pubblicato il video su Facebook. La colpa che viene attribuita all’attrice è quella di aver associato, in uno dei suoi interventi su Rai3 al programma “Che tempo che fa“, il Movimento 5 Stelle alla “cacca” con una battuta. “Secondo noi ogni comico è libero di esprimere il proprio pensiero e di farlo in modo libero”, si legge sul sito della web tv grillina “La cosa”. “Siamo in prima linea per la libertà di stampa. Ma le offese sono altra cosa. Questa figuraccia ci richiede una riflessione: che cosa vogliamo dal servizio pubblico? Perché pagare il canone? Per farsi chiamare pezzi di cacca?”. Il post pubblicato sul profilo Facebook di Grillo è stato ‘invaso’ da insulti contro la Littizzetto, bollata ora come “brutta, vecchia e volgare”, ora come “anatra”, ora come “deficiente”. Parole a cui ha deciso di rispondere lo stesso Grillo: “Vi chiedo uno sforzo: evitiamo gli insulti. Grazie”.
Nello sketch messo sotto accusa, l’attrice torinese si soffermava sulle stelle cadenti raccontando di aver letto che queste sono “nella maggior parte cacca, nello specifico degli astronauti”. Motivo – ironizzava Littizzetto – per il quale i desideri che si chiede alle stelle si esaudirsi “non si avverano mai”. Poi l’attrice concludeva: “Quando c’è un movimento di pancia, come vogliamo chiamarlo? Movimento 5 Stelle”. Proprio questa battuta, aveva spinto Andrea Tosatto a lanciare una raccolta firme online per “denunciare” l’accaduto. L’attivista che vive all’estero è diventato famoso per aver firmato l’inno di “Italia 5 Stelle”, il raduno dei grillini organizzato il 17 e 18 ottobre scorso a Imola. “Molti elettori M5S si sono sentiti offesi”, ha detto in una specie di “video editoriale”. “Ma non solo, lo hanno fatto tanti italiani, quel pubblico che paga per ricevere un servizio che dovrebbe fare informazione e non propaganda”.