Il senatore di Modena ha deciso di abbandonare il gruppo parlamentare in polemica per "l'incomprensibile atteggiamento e la disponibilità di accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la partecipazione al governo". Con lui hanno firmato la nota gli ormai ex alfaniani in Emilia Romagna
Dice di aver tollerato di tutto, dalla proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis “alll’ideologia gender”, ma sulla “rivoluzione antropologica voluta dal Pd delle Unioni civili” non è disposto a tapparsi il naso. Il senatore Carlo Giovanardi, dopo le minacce dei giorni scorsi, ha ufficializzato il suo addio al Nuovo centrodestra. E con lui si porta gli esponenti (pochi) del partito di Angelino Alfano in Emilia Romagna. “Prendiamo atto”, si legge in una nota, “del fallimento della missione e degli obiettivi alla base della nascita del Ncd, in quanto determinati a contribuire, in periferia come al centro, all’affermazione di un centrodestra, alternativo alla sinistra”. Nei giorni scorsi in segno di polemica si era dimesso da coordinatore del partito Gaetano Quagliariello.
Nel documento i firmatari ricordano che “con il 25 per cento dei voti ottenuti alla elezioni politiche, Pd e Governo vogliono imporre, scavalcando Ncd e con i voti dei 5 stelle, una vera e propria rivoluzione antropologica come quella del matrimonio gay, con una martellante azione del presidente Renzi, del ministro Boschi e del sottosegretario Scalfarotto che, addirittura, ha fatto lo sciopero della fame contro il Parlamento”. A tali azioni però, scrivono, non è corrisposta la resistenza di Ncd. “E’ evidente pertanto che l’arroganza di Governo e Pd è direttamente collegabile all’incomprensibile atteggiamento dell’Ncd disponibile ad accettare qualsiasi forzatura pur di non mettere in discussione la sua partecipazione al governo sino a teorizzare un’alleanza strategica con la sinistra con una vera e propria mutazione genetica della originale vocazione del partito”.
Il documento di ‘rottura’, si legge nella nota, è stato sottoscritto dai coordinatori provinciali del Ncd di Piacenza Romano Tribi, di Reggio Emilia, Christian Immovilli, di Modena, Alessandro Lei, dal sindaco di Monzuno Marco Mastacchi, dai consiglieri comunali di Modena Luigia Santoro e di Rimini Eraldo Giudici, dai presidenti di 31 circoli rappresentanti di tutte le realtà territoriali dell’Emilia Romagna.
Ma non ci sono solo le Unioni civili ad aver creato problemi a Giovanardi e i suoi. “Non è da meno – si legge ancora nella nota – il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova che sta portando avanti una insistente campagna per la legalizzazione della cannabis, mentre il professor Serpelloni non è stato confermato alla guida del Dipartimento delle Politiche Antidroga sostanzialmente svuotato da ogni funzione; rimane invece ancora al suo posto, alla guida dell’Unar Marco De Giorgi, attivissimo nel tentare di propagandare l’ideologia gender nelle scuole, addirittura in collaborazione con il circolo Mario Mieli di Roma, intitolato a un signore che nel suoi scritti inneggiava alla pedofilia e alla pederastia”. Infine, Giovanardi e i suoi parlano di quella che secondo loro sarebbe il disastro “nella gestione totalmente illegale della Commissione per le adozioni Internazionali, che ha visto negli ultimi tre anni crollare il numero dei bambini adottati”. “Su tutte queste questioni le nostre proteste e le nostre interrogazioni non hanno ottenuto nessun cambiamento di rotta”.